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Don Maurizio, Stanga e la suddetta.
MAU. |
Madama. (inchinandosi.) |
MAD. |
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MAU. |
Io sono... |
MAD. |
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MAU. |
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MAD. |
No, signor, favorite. So quel che mi conviene. (siedono.) Sortito è don Alessio ma se comandi avete, Senza riguardo alcuno esporli a me potete. |
MAU. |
Invidiabil fortuna! felice matrimonio Dove della discordia non penetra il demonio! Volesse il ciel, che tale fosse quel di mia figlia; Ma il Conte è giovinotto, non pensa alla famiglia. |
MAD. |
Il Conte, per dir vero, non ha molto giudizio; Se libera favello, perdoni don Maurizio. Egli è genero vostro, ma d'esserlo non mostra; Ha una consorte degna, onor dell'età nostra. Fa torto ad ambidue la vita ch'egli mena. Ecco qui: questa sera dà un ballo ed una cena! Non dico ch'ei non possa spender cento zecchini, Ma mormoran di lui gli amici ed i vicini; |
MAU. |
Madama, una tal frase mi giunge inaspettata. Al ballo ed alla cena voi pur siete invitata; E so... |
MAD. |
Mi maraviglio: non vado alla sua festa; Chi avesse un tal pensiero, sel levi dalla testa. Lo so che il mondo parla di me senza rispetto; Il Conte non vedrete venir più nel mio tetto. Finor, se lo trattai, lo feci in mezzo a tanti Che vengono a graziarmi, amici e non amanti. Appena me ne accorsi ch'egli era il più osservato, Signore, immantinente gli diedi il suo commiato. Non son di senno priva, non vuò fra le mie soglie Un uom che per me faccia temer la propria moglie. Vi prego alla Contessa parlar per parte mia. Ella mi fa gran torto, di me se ha gelosia. Però la compatisco, e voglio esserle amica, E vuò che il mondo insano lo sappia, e si disdica. |
MAU. |
(Le credo, o non le credo?) (da sé.) Madama, io non saprei... Dell'espressioni vostre temer non ardirei. Solo dirò che lodo il vostro pensamento Di non andar stassera a un tal divertimento. |
MAD. |
Non vi anderei, lo giuro, nemmen per un milione. Oltre quel che vi dissi, evvi un'altra ragione. Il Conte, non so dire per qual novella ardenza, Rapiti ha i sonatori altrui con prepotenza; Schernite ed affrontate due case a questo segno, Vorranno vendicarsi, a costo d'un impegno. E certo del festino vedrassi in sul più bello Da gente puntigliosa produr qualche flagello. |
MAU. |
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MAD. |
Il Conte, quand'è acceso, non vede e non intende. |
MAU. |
Farò... ma che far posso? |
MAD. |
Egli vi saprà dire l'istoria dell'orchestra. Scoperti i sonatori, saputo il loro nome, Di metterli in dovere non mancheravvi il come. |
MAU. |
Questo si potrà fare. |
MAD. |
Ma se per l'attentato Gli offesi una vendetta avesser preparato, Tardo sarebbe e vano un tal provvedimento. Compatite, signore, dirò il mio sentimento. Il differir la festa, il differir la cena, La povera Contessa esime da ogni pena. Mancan dell'ore tante all'ora del convito, Si può colle imbasciate distruggere l'invito. S'io fossi in caso tale, sull'onor mio v'accerto, Vorrei cercar la strada di mettermi al coperto. |
MAU. |
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MAD. |
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MAU. |
Madama, inutilmente da voi non son venuto, Se di consigli e lumi mi avete provveduto. Partirò per non darvi più lungamente un tedio. (s'alza.) |
MAD. |
Ponete al precipizio sollecito il rimedio. |
MAU. |
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MAD. |
Di che? |
MAU. |
Perdon vi chiedo. (inchinandosi.) |
MAD. |
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MAU. |