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SCENA PRIMA
Stanza inserviente ad una bottega di caffè, con vari tavolini e sedie.
Risma, garzone della bottega del caffè, con altri garzoni che ripuliscono i tavolini e le sedie;
CON. |
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RIS. |
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CON. |
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RIS. |
Non signor. |
CON. |
Ci doveva essere a ventun'ora. |
RIS. |
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CON. |
Di che? |
RIS. |
Fa ella questa sera, se la domanda è onesta, Desidero... |
CON. |
Che cosa? |
RIS. |
Servirla dei rinfreschi. |
CON. |
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RIS. |
Signor, di me le genti son meglio persuase; Io soglio di Venezia servir le prime case. Vengono alla bottega, e in queste stanze mie, La sera e la mattina le meglio compagnie. Saran tre anni almeno, se forse non è più, Che noi al signor Conte prestiamo servitù. Anzi la pregherei, or che mi viene in mente, Saldar quel contarello ch'è una cosa da niente. |
CON. |
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RIS. |
Ringrazio vossustrissima, e vado a preparare Tutto quel che stassera potrebbe abbisognare. (Ma gli darò, col rischio d'esser pagato male, Rinfreschi scellerati, e un conto da speziale). (da sé, e parte.) |