Carlo Goldoni
Il festino

ATTO TERZO

SCENA NONA

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SCENA NONA

 

Madama Doralice con una maschera, uomo, e detti.

 

MAD.

Amiche, oh ben trovate. (alle dame.)

Già sono in compagnia; se andar volete, andate. (alla sua Maschera, che parte.)

MAR.

ardita a questo segno).

BAR.

(Ammiro la franchezza).

CONT.

(Resistere non posso. Il cuore mi si spezza). (a Balestra.)

BAL.

(Andiamo via).

CONT.

(Sta cheto).

MAD.

(Eccola . Il vestito

È quello che mi disse il Conte suo marito). (osservando la Contessa.)

MAR.

Madama, che fortuna vi guida ora da noi?

MAD.

(Quella maschera chi è?) (Alla Marchesa, additando la Contessa.)

MAR.

(Non la conosco. E voi?)

MAD.

(Né anch'io).

BAR.

(Prima di noi era colà seduta).

MAD.

(Ho piacer che non sia da loro conosciuta). (da sé.)

MAR.

Chi è quel che vi ha lasciato? (a Madama.)

MAD.

È un dottor.

MAR.

Un dottore?

BAR.

L'avete licenziato?

MAD.

Lo mandai dal sartore.

BAR.

Vi servite di lui per galoppino.

MAD.

Appunto.

Servirmi e riservirmi a lui par un pan unto.

CONT.

(Così fa mio marito). (da sé.)

MAR.

Questa sera al festino

Lo condurrete?

MAD.

No.

MAR.

Perché no, poverino?

MAD.

Non son sì temeraria condur gente in un loco,

Ove, se andar io posso, ancor non sarà poco.

Il Conte mi ha invitata; ma l'ora ormai s'appressa,

E a me giunto l'invito non è dalla Contessa.

Da ciò par ch'ella poco gradisca ch'io ci sia;

Andar non mel permette la convenienza mia.

Può darsi che tornando a casa mio marito,

Mi porti della dama il grazioso invito.

Allor tutta contenta andrò per ringraziarla,

Ma certo non v'andrei, se avessi a incomodarla.

BAL.

(Sentite?) (alla Contessa.)

CONT.

(Sto a sentire).

BAR.

Non venne il suo consorte

Ad invitarvi? (a Madama.)

MAD.

Il Conte non venne alle mie porte.

Dopo che mi fu detto un certo non so che,

Da me non fu veduto.

BAR.

È vero?

MAD.

Così è.

Della Contessa amica io sono, ed esser voglio.

Recare altrui spiacere non devesi, e non soglio:

A lei principalmente, che tanto stimo ed amo.

Anzi l'unica cosa che ardentemente io bramo,

È di giustificarmi, ed il momento attendo

Per renderle giustizia.

BAL.

(Sentite?) (alla Contessa.)

CONT.

(Io non l'intendo).

MAR.

, voi parlate con un linguaggio nuovo.

Che il creda la Contessa, sì facile non trovo.

MAD.

Voi conoscete poco, signora, al parer mio,

Chi è la Contessa, e meno sapete chi son io.

Ella è una saggia dama, che ha virtuoso il cuore;

Io sono una che apprezza le massime d'onore.

In lei non si condanna l'amor che ha per lo sposo;

Fa torto all'onor mio, chi lo dipinge odioso.

Esempio è la Contessa di nobile costume;

Io venero ed apprezzo della mia fama il nume.

Chi lei, chi me tentasse schernir con lingua ardita,

Son dama, e son capace di dargli una mentita.

BAR.

Non vi scaldate, amica.

MAR.

Schernirvi io non pretendo.

MAD.

In ciò son delicata.

BAL.

(Sentite?) (alla Contessa.)

CONT.

(Io non l'intendo).

MAR.

A donna Rosimena non deste voi parola

Di condurla al festino unita alla figliuola?

MAD.

Allor che di servirla tempo a risponder presi,

Di pregar la Contessa per introdurla intesi.

BAR.

Se attender voi volete che la Contessa il dica,

In casa sua al festino andrete con fatica.

MAD.

Protesto che del ballo non spingemi il desio;

Ma s'ella lo gradisse, v'andrei per l'onor mio.

Il mondo scellerato di noi parla in tal guisa,

Che siamo ingiustamente l'una e l'altra derisa.

Di noi che si direbbe, se non foss'io invitata?

Di me non so, ma lei sarebbe criticata.

Chi mi conosce appieno, sa ch'io non son capace

Di rendermi molesta, di turbar l'altrui pace.

E la Contessa istessa, che la giustizia apprezza,

Che in seno ha per costume nutrir la gentilezza,

Che ha un'animabella, un cuoronesto e saggio,

A me si pentirebbe d'aver fatto un oltraggio.

Volesse il ciel che a lei parlar mi fosse dato;

Vorrei che chi m'insulta, restasse svergognato.

Vorrei gettarmi al collo della Contessa mia:

Scaccia, le vorrei dire, l'ingiusta gelosia.

L'amato tuo consorte il ciel ti benedica.

Contessa, ti son serva, ti son verace amica.

MAR.

(Che vi par, Baronessa?) (alla Baronessa, piano)

BAR.

(Di più dir non si può).

MAD.

(Arrendersi dovrebbe). (da sé, osservando la Contessa.)

CONT.

(Che deggio far?) (a Balestra.)

BAL.

(Nol so)

CONT.

(Andiamo). (s'alza.)

BAL.

(Un tal discorso...)

CONT.

(Sieguimi, ho già risolto). (parte.)

BAL.

(Per dir la verità, Madama ha detto molto). (parte.)

 

 

 

 


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