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Madama Doralice con una maschera, uomo, e detti.
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MAD. |
Non son sì temeraria condur gente in un loco, Ove, se andar io posso, ancor non sarà poco. Il Conte mi ha invitata; ma l'ora ormai s'appressa, E a me giunto l'invito non è dalla Contessa. Da ciò par ch'ella poco gradisca ch'io ci sia; Andar non mel permette la convenienza mia. Può darsi che tornando a casa mio marito, Mi porti della dama il grazioso invito. Allor tutta contenta andrò per ringraziarla, |
BAL. |
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CONT. |
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Non venne il suo consorte |
MAD. |
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BAR. |
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MAD. |
Così è. Della Contessa amica io sono, ed esser voglio. Recare altrui spiacere non devesi, e non soglio: A lei principalmente, che tanto stimo ed amo. Anzi l'unica cosa che ardentemente io bramo, È di giustificarmi, ed il momento attendo |
BAL. |
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CONT. |
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Madama, voi parlate con un linguaggio nuovo. |
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MAD. |
Voi conoscete poco, signora, al parer mio, Chi è la Contessa, e meno sapete chi son io. Ella è una saggia dama, che ha virtuoso il cuore; Io sono una che apprezza le massime d'onore. In lei non si condanna l'amor che ha per lo sposo; Fa torto all'onor mio, chi lo dipinge odioso. Esempio è la Contessa di nobile costume; |
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MAD. |
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MAD. |
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MAD. |
Protesto che del ballo non spingemi il desio; Ma s'ella lo gradisse, v'andrei per l'onor mio. Il mondo scellerato di noi parla in tal guisa, Che siamo ingiustamente l'una e l'altra derisa. Di noi che si direbbe, se non foss'io invitata? Di me non so, ma lei sarebbe criticata. Chi mi conosce appieno, sa ch'io non son capace Di rendermi molesta, di turbar l'altrui pace. E la Contessa istessa, che la giustizia apprezza, Che in seno ha per costume nutrir la gentilezza, Che ha un'anima sì bella, un cuor sì onesto e saggio, A me si pentirebbe d'aver fatto un oltraggio. Volesse il ciel che a lei parlar mi fosse dato; Vorrei che chi m'insulta, restasse svergognato. Vorrei gettarmi al collo della Contessa mia: |
BAR. |
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MAD. |
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