IntraText
ATTO QUINTO
SCENA SECONDA
Precedente
Successivo
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Don Maurizio e detti.
MAU.
Signor, con buona grazia, mi spiace incomodarvi. (a don Alessio.)
ALE.
Che avete a comandarmi? (s'alza.)
Bisogno ho di parlarvi.
Eccomi. (s'incammina.)
Favorite nella vicina stanza.
MAD.
Dove andate? (a don Alessio.)
Nol so. (camminando.)
Passate. (a don Alessio, e partono.)
Che creanza!
BAR.
(Certo vi è qualche imbroglio!) (alla Marchesa.)
MAR.
(Così pare anche a me).
(Pagherei sei zecchini a sapere com'è).
Dite. (al Conte.)
CON.
Son qui. (accostandosi.)
(Badate che non vi sien schiamazzi).
(Rispondere non sanno i scimuniti, i pazzi). (torna al suo posto.)
(Bravo, signor Contino, gli prendo più concetto;
Ch'ei sia tre volte al giorno ben bene maledetto).
(Per quello che si vede, vi è qualche gran rottura).
(Un'amicizia simile lungamente non dura). (fra di loro.)
(Superba è come il diavolo).
(Spezialmente stassera,
Perché ha il vestito nuovo, non ci ha guardate in cera).
(Si vede ben che avvezza non è a portar vestiti).
(Ne ho sette in guardarobe degli abiti guarniti).
(Questo de' miei vestiti è forse dei più brutti).
(Anch'io mi ho messo intorno il peggiore di tutti).