Carlo Goldoni
Il filosofo inglese

ATTO PRIMO

SCENA DODICESIMA

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA DODICESIMA

 

Madama di Brindè dalla propria casa. Maestro Panich calzolaio la incontra,

con un paio di scarpe in mano

 

M.BR.

(nell'uscire incontra Panich.)

PAN.

Il cielo ti consoli, madama di Brindè:

Eccoti le tue scarpe, venivo ora da te.

M.BR.

Panich, il mio costume superbo unqua non fu;

Ma è strano a un calzolaio complimentar col tu.

PAN.

Compatisci, madama, questo è lo stile mio;

Sono, se non lo sai, filosofo ancor io.

M.BR.

Filosofo anche voi? Me ne rallegro assai,

Voi sosterrete in Londra l'onor de' calzolai.

A forza di argomenti difender col grembiale

Potrete, che il far scarpe sia un'arte liberale.

PAN.

Per tale la sostengo in teorica e in pratica:

Convien per far le scarpe saper di matematica.

Il cuoio si dispone con peso e con misura,

E nell'unir le parti ci vuol l'architettura.

M.BR.

È vero, non lo nego, lo dice anche Platone:

Architettura è ogni arte che ha forma e proporzione.

Mostratemi le scarpe, che avete a me portate.

PAN.

(Le mostra le scarpe.)

M.BR.

Oh signor Archimede, son male architettate.

Una è di ordin toscano, e l'altra è di composito:

Vitruvio non insegna a far questo sproposito.

PAN.

Questa è una nuova moda, ed è invenzione mia

Paion fra lor discordi, ma sono in armonia.

Cotesta alza un pochino, quell'altra un po' degrada;

Ma fanno un bel vedere di giorno in sulla strada.

Basta avvertir che sempre si deve nel cammino

Alzar prima il piè dritto, e poscia il piè mancino.

M.BR.

Dovrei prender maestro di musica e di ballo,

Per andar a battuta, senza por piede in fallo?

Caro maestro mio, filosofo e architetto,

Lodo l'invenzion vostra, ma per me non l'accetto.

Voglio una scarpa buona, che al piede ben mi stia,

Che abbia delle altre scarpe l'usata simetria. (gli rende le scarpe.)

PAN.

Sì, sì, l'ho sempre detto, che far le scarpe a donna

Lo stesso è che di fango dorare una colonna.

Non vagliono puntelli, non vagliono ornamenti,

Se guasto è il capitello, la base e i fondamenti.

M.BR.

Olà, che ardire è il vostro? Portatemi rispetto.

PAN.

Un uom della mia sorte ha il ius di parlar schietto;

Un uom che la tomaia misura colla squadra,

Che del tallon di cuoio anche il circolo quadra,

Che insegna col compasso le regole ai garzoni,

Che sa da un punto all'altro serbar le proporzioni;

Un uom, che su tale arte ha scritto due volumi,

Esente va per tutto da incomodi costumi.

Col tu parla con tutti, va e vien quando gli pare,

Ed ha la sua licenza ancor di strapazzare.

M.BR.

Ma non avrà per questo la firma o la patente,

Che vaglia a mantenerlo dalle disgrazie esente.

Potrebbe un che le cose a misurar si è dato,

Essere da un bastone sul dorso misurato. (entra nella bottega del libraio.)

 

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License