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Jacobbe Monduill dal libraio incontra madama Brindè con cui si ferma alcun poco ragionando e complimentando, e nel medesimo modo si avanzano, mentre maestro Panich favella.
PAN. |
Azion sarebbe questa da gente ardita e stolta, Ma non sarebbe poi per me la prima volta. Spiacemi che gettate ho invano le parole: Le scarpe son mal fatte, madama non le vuole. Ma troverò alcun'altra, che avrà la tolleranza Di prenderle e stroppiarsi, credendole all'usanza. Ah, ah, la vedovella col satrapo di Atene! Non voglio esser veduto, andarmene conviene. Colui di me si ride, sostien ch'io non so nulla; Ma affé, la faccio bella, se il capo un dì mi frulla; La lesina adoprando, se altra ragion non vale, Gli fo toccar con mano, che la natura è frale; Che piccola puntura, che piccola ferita Ad un filosofone può togliere la vita. Vuò ritirarmi intanto a leggere i foglietti, Oggi più non lavoro, e chi ha ordinato, aspetti. (entra nella bottega del caffè, e s'interna.) |