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Jacobbe Monduill e madama Brindè.
JAC. |
Madama, un vostro cenno mi avrebbe a voi portato, Senza che il vostro piede si avesse incomodato. |
Con voi già lo sapete se io parlo volentieri: Starei, se lo potessi, con voi de' giorni intieri; Ma temo che il distorvi da' vostri studi gravi, Saggio, discreto amico, vi scomodi e vi aggravi. Non vi credea stamane ancor quivi arrivato, Ed era al vostro studio il passo mio addrizzato. |
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JAC. |
Che avete a comandarmi? |
Il calcolo del sole di Newton non mi torna. |
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JAC. |
Madama, voi sapete che tutti a braccia aperte Hanno approvato in Londra di Newton le scoperte; E tanto il suo sistema pel mondo si è diffuso, Che le dottrine antiche sono di pochi in uso. Anche del sesso vostro, per contentar le brame, Evvi il Newtonianismo formato per le dame: |
Il calcolo de' cieli trattiene i miei pensieri, Mi piace con un quattro levar sessanta zeri. |
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JAC. |
Piacemi che madama nello studiar s'impieghi, E di tante altre a scorno, l'ozio detesti e neghi: Ma perdonate, il cielo troppo è da noi distante; Filosofar possiamo sull'erbe e sulle piante. La terra, il mar, la luce, il mondo e gli elementi Di studio e di scoperte ci porgon gli argomenti; E rende più contento, e reca più diletto, Allor che esperienza si unisce coll'effetto. |
JAC. |
Verrò. Di compiacervi ho troppa obbligazione. (Donna è alfin, benché dotta. Ha un po' di ostinazione). |
JAC. |
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Questo signor chi è? |
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JAC. |
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Milord non è per me: Non studia, non intende, non ha filosofia. Per or di maritarmi non faccio la pazzia. Ma quando la facessi... Ho il cuor di virtù amico... Basta, Jacob, andiamo. Io so quel che mi dico. (entra in casa.) |
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JAC. |
Se mai di me parlasse, ella s'inganna assai. Perder la libertade? No, non sarà giammai. In lei virtude apprezzo, in lei beltà mi piace, Ma quel che più mi preme, è del mio cor la pace; E per quanto di donna discrete sian le voglie, Sempre ad uomo che studia incomoda è la moglie. (entra dalla Brindè.) |