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Jacobbe Monduill e la suddetta.
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Qui non si è visto alcuno. Però non vi consiglio attenderlo per via; So anch'io che vi cercava, che fremere si udia. Il ciel vi ha provveduto di asilo e protettore. |
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Affronterei Milord armato, a petto ignudo. Minacce non pavento; per lui non mi confondo. Quel che timor mi reca, non è la morte, è il mondo. Niun crederà, madama, ch'io sia nel vostro tetto Per altro ricovrato, che per ragion di affetto. Milord con più fermezza si chiamerebbe offeso. L'onor di me, di voi, non anderebbe illeso. Può ben vostro cognato aver pietà di me; Ma avvezzo a pensar bene il popolo non è. Si mormora pur troppo a torto, a discrezione; Pensate, se vi fosse un'ombra di ragione. Voi stessa esaminate, no, non vi aduli il cuore, Quel che per me vi sprona, non è virtute, è amore. Poc'anzi di attrazione interpretai la tesi, Più assai che non diceste, a mio rossore intesi. Mi onora il vostro affetto, di tanto io non son degno; Ingrato non rispondo di amore al dolce impegno. Solo desio, madama, che quanto più mi amate, Sollecita e gelosa dell'onor mio voi siate. Entrar fra quelle mura non deggio ad ogni costo; Prima di porvi il piede, io morirò più tosto. |
Ah Jacob, lo confesso, per voi, per me arrossisco; Sdegnate il mio soccorso? Io taccio, e vi obbedisco. Parto di dolor piena. Non so quel che mi dica. Ah, vi difenda il cielo, il ciel vi benedica. (entra in casa piangendo.) |