Carlo Goldoni
Il finto principe

ATTO SECONDO

SCENA QUATTORDICESIMA   Lesbina e detti

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Lesbina e detti.

 

LESB.

Olà, che cosa fate?

 

LIND.

Voi qua! come ci entrate?

 

LESB.

C'entro, perché cotesto è sposo mio.

 

LIND.

In questo punto l'ho da sposar io.

 

FLO.

(Ora sì che sto bene!)

 

LESB.

Andiam.

 

LIND.

Venite.

 

LESB.

Ah, se voi mi tradite,

Con questo ferro vi trapasso il core. (cava lo stile)

 

LIND.

Se m'inganni, t'ammazzo, o traditore. (lo minaccia con la spada)

 

 

FLO.

Alto, alto, che diavolo fate?

Son in mezzo a due donne arrabbiate.

 

LESB.

Sua eccellenza mi deve sposare.

 

LIND.

Sua eccellenza sposar dovrà me.

 

FLO.

E con meco, che son eccellenza,

Voi trattate con tanta insolenza?

 

LESB.

Non vuol essere lei strapazzato?

 

FLO.

Strapazzato, ma non ammazzato.

 

LIND.

Non vuol esser mio sposo diletto?

 

FLO.

Fa passar la paura l'affetto.

 

LIND.

Qua la mano.

 

LESB.

La mano vogl'io.

 

FLO.

Son Ferrante.

 

LIND.

Sei Floro.

 

LESB.

Sei mio.

 

FLO.

Non è vero.

 

LIND.

} a due

Ti scanno, t'ammazzo.

LESB.

FLO.

Tutte due, tutte due sposerò.

 

LIND.

Ma tu devi sposare me sola.

 

LESB.

A me prima voi deste parola.

 

FLO.

Aggiustatela dunque fra voi,

Che dell'una o dell'altra sarò.

 

LIND.

Sfacciatella, che dici, che vuoi?

 

LESB.

Arditella, pretender che puoi?

 

a due

Contro te vendicarmi saprò.

 

FLO.

Brave, brave, godendo vi sto.

 

LIND.

Arrogante.

 

LESB.

Insolente.

 

FLO.

Che spasso!

 

LIND.

} a due

Voglio teco lo sdegno sfogar.

LESB.

FLO.

State zitte, fermate in malora.

Dalla rabbia mi sento crepar.

 


 

 

 


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