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ATTO PRIMO
Scena Quarta. Donna Rosaura nell'altra camera, e poi esce, e detti; poi Brighella
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Donna Rosaura - Cosa volete? (di dentro)
Don Florindo - Favorite, venite qui, che vi ho da parlare.
Donna Rosaura - Non vi è nessuno che alzi la portiera? (come sopra)
Don Florindo - Non vi è nessuno.
Pantalone - Gh'àla mal ai brazzi? La servirò mi. (alza la portiera)
Donna Rosaura - Obbligatissima alle sue grazie. (esce)
Don Florindo - Il signor Pantalone è tutto bontà, tutto gentilezza. Sentite le belle esibizioni ch'egli ci fa. Ci offerisce la buona grazia d'una signora sua nipote, la quale ci favorirà colla sua carrozza, e ci introdurrà alla conversazione.
Donna Rosaura - È dama questa sua nipote? (a Pantalone)
Pantalone - No la xe dama, ma la xe una delle prime mercantesse de sta città.
Donna Rosaura - Va alla conversazione delle dame?
Pantalone - La va alle conversazion de par soo, de signore tutte oneste e civili; signore che non xe nobili, ma che gh'ha dei soldi.
Donna Rosaura - Signor Pantalone, la riverisco. (vuol partire)
Pantalone - Come! No la se degna de lassarse servir da mia nezza?
Donna Rosaura - Sì, anzi mi farà piacere. (sprezzante)
Pantalone - Vago subito a dirghe che la se prepara per vegnirla a riverir.
Donna Rosaura - No, no, per oggi non s'incomodi. Mi duole il capo.
Pantalone - Donca la vegnirà doman.
Donna Rosaura - Se starò bene, vi avviserò.
Donna Rosaura - Mi duole il capo. Non posso nemmeno sentir parlare.
Pantalone - Co l'è cussì, per non disturbarla de più, vago via.
Donna Rosaura – Scusi, di grazia. Quando mi duole il capo non so che cosa mi dica.
Pantalone - Me despiase infinitamente. Sior don Florindo, bisogna remediarghe; no sentela, che alla sposa ghe dol la testa?
Don Florindo - Lo so pur troppo. (Mia moglie ha il suo male nella testa, e mi dispiace, che non vi è rimedio). (da sé)
Brighella - Lustrissima, el sior conte Lelio desidera de reverirla. (a Rosaura)
Donna Rosaura - Venga, è padrone. (a Brighella, che parte)
Pantalone - Mo se ghe dol la testa, come farala a sentirlo a parlar? (a Rosaura)
Donna Rosaura - La ragione per cui egli viene, interessa tutte le mie premure. Fate una cosa, signor Florindo, servite in un'altra camera il signor Pantalone, e lasciatemi col conte Lelio a trattar l'affare che voi sapete.
Don Florindo - Ma non potremmo noi prevalerci del signor Pantalone, che ci esibisce una sua nipote?
Donna Rosaura - Mi maraviglio di voi. Sapete l'impegno in cui sono.
Don Florindo - Signor Pantalone, andiamo, se vi contentate. (stringendosi nelle spalle)
Pantalone - (Poverazzo! El se lassa menar per el naso). (da sé)
Donna Rosaura - (Ehi! per vostra regola, acciò non facciate qualche cattivo giudizio, osservate ho preso le cento doppie). (piano a Florindo, e gli mostra la borsa)
Don Florindo - (Si potrebbero pur risparmiare). (piano a Rosaura)
Donna Rosaura - Son chi sono; voglio così. (adirata)
Don Florindo - Andiamo, andiamo, signor Pantalone. (parte)
Pantalone - (Questi i xe de quei dolori de testa che patisse le mugier, co le gh'ha per marii de sta sorta de mamalucchi). (parte)