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Conte Onofrio - Schiavo di lor signori.
Conte Lelio - Amico, vi son servo.
Donna Rosaura - Signor conte, posso bene annoverarmi fra le donne più fortunate, se vi degnate di onorar la mia casa coll'autorevole vostra presenza.
Conte Onofrio - Oh garbata signorina! Chi è questa signora? (a Beatrice)
Contessa Beatrice - Questa è la signora donna Rosaura, moglie del signor Florindo Aretusi di Castellamare.
Conte Onofrio - Mercante, non è vero? (a Rosaura)
Conte Onofrio - Ed ora che cosa è?
Donna Rosaura - Vive del suo, signore.
Conte Onofrio - Non si è ancora fatto nobile?
Donna Rosaura - Quanto prima, comprerà un titolo.
Conte Onofrio - Se vuole il mio, glielo vendo. (ridendo)
Contessa Beatrice - Siete qui sempre colle vostre barzellette. (al Conte Onofrio)
Conte Lelio - Il conte Onofrio è sempre di buon umore.
Conte Onofrio - Contessa, sono venuto ad avvisarvi, che la contessa Eleonora e la contessa Clarice, col conte Ottavio, sono a casa nostra che vi aspettano. (Ditemi, avete bevuto la cioccolata?). (piano a Beatrice)
Contessa Beatrice - (Or ora la portano). È molto tempo che ci sono?
Conte Onofrio - Sarà mezz'ora.
Contessa Beatrice - Signora donna Rosaura, queste due dame le ho fatte venire per voi; se volete che andiamo, principierete a conoscere queste, e vi servirà d'introduzione all'altre.
Donna Rosaura - Sì signora, andiamo; non le facciamo aspettare, non commettiamo questa mala creanza.
Contessa Beatrice - Io non so commettere male creanze. (alterata)
Donna Rosaura - Voglio dire... Vi s'intende. Se aspettan me....
Contessa Beatrice - No, no, non aspettano voi.
Donna Rosaura - Dunque io non ci ho da venire?
Contessa Beatrice - Sì, verrete con me.
Donna Rosaura - (Io mi confondo). (da sé)
Contessa Beatrice - (Poverina! È imbrogliata a voler far da signora). (da sé)