Carlo Goldoni
Le femmine puntigliose

ATTO PRIMO

Scena Quindicesima. La contessa Beatrice, la contessa Clarice, Donna Rosaura, il conte Onofrio e il conte Lelio

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Scena Quindicesima. La contessa Beatrice, la contessa Clarice, Donna Rosaura, il conte Onofrio e il conte Lelio

 

Donna Rosaura - La carrozza della signora contessa Clarice non è ancor venuta, onde per non farla maggiormente arrossire colla mia conversazione, anderò via, se mi date licenza. (a Beatrice)

Contessa Clarice - Oh cara donna Rosaura, che dite? Voi avete preso in sinistra parte le mie parole. Godo infinitamente della vostra conversazione, e mi rincresce che l'ora è tarda; che per altro vi pregherei lasciarvi servire nella mia carrozza, e vi condurrei per Palermo senza alcuna difficoltà. (Il dirlo non mi costa niente). (da sé)

Donna Rosaura - Mi sorprende questa vostra inaspettata dichiarazione, la quale non corrisponde certamente al trattamento che ho ricevuto sinora da voi e dalla contessa Eleonora.

Contessa Clarice - Oh, in quanto a quella pazza di Eleonora, non occorre abbadarvi. Ella è sempre così. Anzi mi sarò burlata delle sue caricature, e voi avrete creduto, ch'io ridessi di voi. Me ne dispiace infinitamente.

Conte Lelio - (Che femmine accorte! Che femmine maliziose!). (da sé)

Contessa Clarice - (Che dite amica, vi do piacere?). (piano a Beatrice)

Contessa Beatrice - (Vi sarò eternamente obbligata). Posso assicurarvi, signora donna Rosaura, che la contessa Clarice è piena di buon cuore, e non è né superba, né puntigliosa.

Contessa Clarice - Guardimi il Cielo! Voglio bene a tutti. Tratto bene con tutti, e non fo male creanze a nessuno. Anzi, per farvi vedere che fo stima di voi, oggi verrò a visitarvi (a Rosaura).

Donna Rosaura - Sarò infinitamente obbligata alle vostre finezze.

Contessa Beatrice - (Cara amica, quanto vi sono tenuta). (piano a Clarice)

Contessa Clarice - (Lo fo unicamente per voi). (piano a Beatrice)

Conte Onofrio - Ditemi, fate mai venir del salvaggiume dal vostro paese? (a Rosaura)

Donna Rosaura - Sì signore; spessissimo. Anzi ieri sera mi hanno mandato delle starne.

Conte Onofrio - Oh buone!

Donna Rosaura - Due fagiani.

Conte Onofrio - Oh cari!

Donna Rosaura - E due cotorni.

Conte Onofrio - Oh vita mia!

Donna Rosaura - Se volete venir questa sera a favorirmi, li mangeremo insieme.

Conte Onofrio - Sì, vengo, vengo. Quando si tratta di salvaggiume, non mi fo pregare.

Donna Rosaura - Se queste dame si degnassero, lo riceverei per onore.

Contessa Beatrice - Non ricuserei le vostre grazie, ma non so se la contessa Clarice vorrà venire all'albergo.

Contessa Clarice - Cara contessa Beatrice, queste cose non si dicono nemmeno.

Conte Onofrio - Facciamo una cosa. Mandate qui, e si cenerà qui da noi. (a Rosaura)

Donna Rosaura - Questo sarà per voi troppo incomodo.

Conte Onofrio - Niente affatto. Staremo meglio, e con libertà.

Donna Rosaura - E la signora contessa Clarice ci sarà?

Contessa Beatrice - In casa mia spererei non dicesse di no.

Contessa Clarice - Quando non vi sia soggezione, verrò volentieri.

Conte Onofrio - A tavola non ha da venir altri: siamo anche troppi.

Servitore - Illustrissima, è qui la sua carrozza. (a Clarice)

Contessa Clarice - Contessa, a rivederci. (a Beatrice)

Contessa Beatrice - Ricordatevi che vi aspettiamo.

Contessa Clarice - Verrò senz'altro.

Donna Rosaura - Spero di godere anticipatamente le vostre grazie. (a Clarice)

Contessa Clarice - Oggi sarò da voi. (Vi andrò presto, in ora che probabilmente non sarò veduta da alcuna dama) (parte).

 

 


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