Carlo Goldoni
Filosofia e amore

ATTO PRIMO

SCENA DECIMA   Rapa, poi Merlina

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SCENA DECIMA

 

Rapa, poi Merlina

 

RAPA

Godo che ci patisca. Imparerà

Lodare in faccia mia

Un altro oggetto, e darmi gelosia.

Per altro colla schiava

Io non saprei che farmi:

Semplice è un poco troppo, e a lei non bado.

Le frutta e i fiori a coltivare io vado. (s'avvia al fondo del giardino)

 

MERL.

Poverina, ho già perduta

La mia cara libertà.

Sono schiava, son venduta,

E servir mi converrà.

 

RAPA

Sento che si lamenta.

Ascoltiamo che dice. (accostandosi un poco)

MERL.

Oh poverina!

Son tanto tenerina;

Se faticar mi fanno,

Resister non potrò sicuramente;

E poi non so far niente.

RAPA

Ehi, quella giovane.

MERL.

Oimè! cosa volete? (con timore)

RAPA

Dite, che nome avete?

MERL.

Merlina è il nome mio.

RAPA

Siete greca voi pur?

MERL.

Greca son io.

RAPA

Avete mai servito?

MERL.

Signor no.

RAPA

Or dovrete servir.

MERL.

Mi proverò.

RAPA

Cosa sapete far?

MERL.

So camminare,

So mangiar, so vestirmi,

So pianger quando ho male,

So rider se bisogna, e di buon core,

Se qualcun mi vuol ben, so far l'amore.

RAPA

(Bella semplicità!)

Dite la verità: foste finora

Di molti innamorata?

MERL.

Oh sì, signore:

Ho amato in una volta

Più di dieci persone.

RAPA

Brava, brava!

E tutti giovanotti?

MERL.

Oh, signor no.

Chi amai ve lo dirò.

Ho amato mio fratello,

Che è tanto, tanto bello,

E mio padre, e mia madre,

E mio nonno, e mia nonna,

E quella buona donna

Della balia Graziosa,

E fu la mia amorosa

Nicandra mia cugina,

Cloridea, Floridaura, e ancor Barsina.

RAPA

innocente davvero). Vi ho sentito

Fra tante e tante donne

Cloridea nominar.

MERL.

Povera figlia!

Stata è anch'ella venduta

E non l'ho più veduta; e tanto, tanto

Bene ci volevam, che sempre ho pianto.

RAPA

Il padrone ha comprata

Una che appunto Cloridea è chiamata:

Se sia quella non so.

MERL.

Io la conoscerò. Volesse il cielo,

Che fosse quella che cotanto ho amata!

Vorrei che fosse la mia innamorata.

RAPA

Ma ditemi, di grazia:

Amar voi non sapreste

Un uomo, e che non fosse

fratel, né cugino?

MERL.

L'amerei, s'egli fosse un po' bellino.

RAPA

Per esempio, s'io fossi

Invaghito di voi, non mi amereste?

MERL.

Signor no.

RAPA

Perché no? Che scusa avete

Per non volermi amar?

MERL.

Non mi piacete.

RAPA

Davver?

MERL.

Vi parlo schietta.

RAPA

Ed io vi dico:

Non me n'importa un fico. La bellezza

Senza spirito e brio poco s'apprezza.

 

Il pregio non curo

D'incolta beltà;

Più gusto mi

Quel vezzo, quel brio,

Che piace al cor mio:

Due sguardi furbetti,

Due bei sorrisetti,

Un volto che ad arte

Più bello si fa.

Non merita affetto

Chi amare non sa. (parte)

 

 

 


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