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EUG. A che ora è venuto a casa, iersera, il vostro padrone?
TOG. È venuto prima del solito, non erano ancor suonate le due.
EUG. Che ha detto sua cognata quando l'ha veduto venir sì presto?
TOG. Ha mostrato di aver piacere.
EUG. Aveva compagnia la signora Clorinda?
TOG. Oh, da lei non ci vien mai nessuno; ella è di natural melanconico. Suo marito è anche qualche poco geloso: è andato a Genova per affari, l'ha raccomandata al fratello ed ella non tratta con nessun altro.
EUG. Le fa buona compagnia il signor Fulgenzio?
TOG. Quando è in casa procura di divertirla.
EUG. E la diverte bene? (con un poco di sdegno)
TOG. (Se parlo, non vorrei far male). (da sé) La diverte, m'intendo, così: mangiano insieme.
EUG. È grazioso veramente, il vostro padrone... mi ha detto che gioca, qualche volta, con sua cognata: è egli vero?
TOG. Sì signora, giocano, qualche volta.
EUG. E vanno a spasso la sera.
EUG. Perché me lo volete negare? Persone mi hanno detto per certo che li han veduti a spasso anche ier sera.
EUG. Mi fareste venir la rabbia, Può essere? dite che è di sicuro.
EUG. Fate conto ch'io l'abbia veduto.
TOG. Bene. Quando lo sa, perché me lo domanda?
EUG. (Come ci casca bene il baggiano!) (da sé) E a che ora son tornati a casa?
TOG. Subito.
EUG. E poi avranno giocato una partitina.
TOG. Hanno giocato una partitina.
EUG. (Venga da me che sta fresco). (da sé)