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LIS. Che mi comanda il signor Ridolfo?
RID. Ho necessità di parlar con una delle vostre padrone.
LIS. Dica pure a quale di esse ho da far l'ambasciata.
RID. Veramente l'affare appartiene alla signora Eugenia, ma io parlerei più volentieri alla signora Flamminia.
LIS. Perdoni la curiosità. So che V.S. è amico molto del signor Fulgenzio: ci sarebbe forse qualche novità tra lui e la padroncina?
RID. Per l'appunto vi è una novità non indifferente.
LIS. (La prima l'ho indovinata; vo' un po' veder se indovino ancor la seconda).Viene forse per trattare il come e il quando per concludere queste nozze?
RID. Tutto al contrario. Vi dirò quel ch'io son per fare perché Fulgenzio m'ha detto di dirlo pubblicamente. L'amico, per mezzo mio, si licenzia dalla signora Eugenia. Desidera farlo con
civiltà, ma qui non lo vedrete mai più. (Se costei glielo dicesse prima di me, mi farebbe piacere) (da sé)
LIS. Ma perché una risoluzione di questa natura?
RID. Questo poi non l'abbiamo a cercar né voi né io; Fulgenzio e la signora Eugenia sapranno eglino la cagione.
LIS. Oh, è facile indovinare il perché. Avranno gridato insieme.
LIS. E se hanno gridato faranno la pace.
LIS. L'hanno fatta tante altre volte!
RID. Questa volta l'amico è risolutissimo. Per quanto gli abbia io suggerito di pensarvi, di star a vedere, di non precipitare una risoluzione di questa natura ha battuto sodo, mi ha risposto come un cane arrabbiato e fino con le lagrime agli occhi mi ha pregato per carità ch'io venissi a disimpegnarlo.
LIS. Non ci credo e non ci crederò mai. Ne ho vedute tante di queste scene, che non ci credo.
RID. Orsù, in ogni modo io mi vo' disimpegnar dalla mia commissione: parlar con una di esse, spiegar l'intenzione dell'amico Fulgenzio, e nasca quel che sa nascere, io non vò strolicar d'avvantaggio.
LIS. Se voi parlate di ciò alla signora Eugenia, la fate cascar morta: almeno usatele carità. Non le date il colpo tutto ad un tratto.
RID. Credetemi, io lo faccio mal volentieri. Ho pregato l'amico di dispensarmi: gli ho anche detto all'amico che mi lagnerei se, dopo di aver fatto io questo passo, lo riconoscessi pentito. Tant'è, è costantissimo, vuol
ch'io lo faccia. Chiamatemi la signora Flamminia.
LIS. È di là ora con un forastiere che per ordine di suo zio gli fà veder certi quadri.
RID. E la signora Eugenia dov'è?
LIS. Ella pure si è messa della partita. Oh, aspettate! Che il signor Fulgenzio abbia saputo del forastiere e che si sia sdegnato per questo?
RID. Oibò, mi ha detto di certa lettera, ma non l'ho capito. Orsù, fatemi un poco parlare o coll'una o coll'altra.
LIS. Povera padrona. Andrò, signore...Oh! chi è qui?
RID. Per bacco! È qui Fulgenzio.
LIS. Eh sì, verrà a cercar di voi!