Carlo Goldoni
Gli innamorati

ATTO TERZO

Scena Undicesima. Eugenia sola

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Scena Undicesima. Eugenia sola

 

EUG. Povera me! cosa ho fatto? Ma ho fatto bene. Fulgenzio mi veda sposa, e crepi di gelosia. So che viverò poco, che già a quest'ora mi principia a rodere il verme di una patetica disperazione; ma prima di morire, avrò la consolazione di vederlo fremere e delirare. Fremere e delirare? perché? Se non ha per me quell'amore ch'io mi credeva, di che ha da fremere e delirare? Stolta ch'io sono; riderà piuttosto, se crederà ch'io mi sia legata altrui per isdegno. Farò forza a me stessa, cercherò che il Conte mi piaccia; imiterò l'indifferenza di quel perfido, di quel disumano... Oh cieli! eccolo. A che viene a tormentarmi l'indegno? Non posso reggere a quella vista. Sarà meglio ch'io mi allontani (in atto di partire)

 

 


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