Carlo Goldoni
Le inquietudini di Zelinda

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA   Fabrizio, poi l'Avvocato e detti

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SCENA QUINTA

 

Fabrizio, poi l'Avvocato e detti

 

FABR. Signore, è qui l'avvocato. (a don Flaminio)

FLAM. Che entri. (a Fabrizio)

FABR. (Almeno il padrone s'è provveduto d'un galantuomo. Il signor Ciccognini è l'avvocato più onesto e più prudente di questo foro). (da sé) Entri, signore, favorisca. (alla scena)

AVV. (Saluta tutti. Donna Eleonora s'alza un poco, lo saluta freddamente, e torna a sedere. Don Filiberto fa lo stesso. Don Flaminio l'accoglie, e gli dice di sedere presso di lui. Prima di sedere, saluta Pandolfo. Pandolfo gli rende il saluto con gravità, come segue, stando tutti due in piedi)

PAND. Ho piacere d'aver l'onore d'essere in compagnia di un avvocato celebre come lei.

AVV. Fortuna mia d'aver a trattare con una persona ch'io stimo infinitamente.

PAND. Ammirerò il di lei talento.

AVV. Mi riporterò alla di lei cognizione.

PAND. Ella è la stella del nostro foro.

AVV. Ella m'onora più ch'io non merito.

PAND. S'accomodi.

AVV. La supplico.

PAND. Favorisca.

AVV. Come comanda. (vuol sedere)

PAND. Per obbedirla. (siede prima lui, e si mette in gravità) (Dodici di questi avvocati non mi fanno paura). (piano a donna Eleonora)

FABR. (Già si sa dove tutte queste cerimonie andranno a finire). (da sé)

FLAM. (Siete molto amici col signor Pandolfo?) (piano all'avvocato)

AVV. (Amici? Credo ch'egli mi detesti quanto io lo sprezzo). (piano a don Flaminio)

FABR. Signori, ecco il notaro. (guardando alla scena)

ELEON. Manco male. Si finirà una volta. (tutti s'alzano)

 

 

 


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