Carlo Goldoni
Le inquietudini di Zelinda

ATTO PRIMO

SCENA DODICESIMA   Zelinda e Lindoro

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SCENA DODICESIMA

 

Zelinda e Lindoro

 

ZEL. Dite, Lindoro; scusatemi s'io vi faccio una simile interrogazione. Come mai avete potuto cambiar sì presto di temperamento? Un mese fa voi eravate geloso, estremamente geloso, ed ora non lo siete più?

LIND. Ditemi voi, Zelinda, avreste piacere ch'io lo fossi ancora, e seguitassi a tormentarvi come feci per lo passato?

ZEL. A tormentarmi?... No, non avrei piacere d'essere tormentata. (nascondendo la sua passione)

LIND. Avete ragione, sono stato un pazzo, vi ho trattate male, ne son pentito, vi domando nuovamente perdono, e nuovamente vi protesto e v'accerto che non sono più geloso.

ZEL. Mai più geloso? (con qualche passione)

LIND. Mai più vi dico, mai più. Lo sono stato senza ragione d'esserlo. Ma voi sapete bene, mia cara, che la mia gelosia non derivava che dall'eccesso d'amore.

ZEL. Voi eravate geloso per eccesso d'amore?

LIND. Così è.

ZEL. Ed ora non siete più geloso?

LIND. Vi dico costantemente di no.

ZEL. (Dunque non m'ama più). (da sé)

LIND. (Mi sforzo, e mi sforzerò per non esserlo. Ci patisco, ma non dispero di superarmi). (da sé)

 

 

 


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