Carlo Goldoni
Le inquietudini di Zelinda

ATTO SECONDO

SCENA QUINDICESIMA   Don Flaminio e Zelinda

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SCENA QUINDICESIMA

 

Don Flaminio e Zelinda

 

FLAM. Sono nel maggior imbarazzo del mondo... Pesa terribilmente... Se potessi porla sopra una sedia... (tenta d'accostarla ad una sedia; e facendo qualche sforzo, Zelinda si move) Animo, animo; par che si muova. (la scuote)

ZEL. Oimè. (rinviene)

FLAM. Datevi coraggio, non sarà nulla.

ZEL. Dov'è mio marito?

FLAM. È andato a prendere della melissa per voi.

ZEL. (E mi lascia in braccio di don Flaminio!) (da sé)

FLAM. Volete porvi a sedere?

ZEL. Sono all'ultima disperazione. (fa qualche smania, e tira fuori il fazzoletto per asciugarsi le lacrime)

FLAM. Ehi, ehi, non torniamo da capo.

ZEL. Scusatemi. Non so quel che mi faccio. (in atto di partire)

FLAM. Fermatevi. Aspettate Lindoro colla melissa.

ZEL. Non signore. Non ho bisogno di niente. (fremendo) La cosa è decisa. Lindoro non m'ama più. Ne ho saputo la causa. Son tradita. Sono abbandonata. Non v'è più mondo per me. (parte)

 

 

 


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