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BIA. |
Che vuol da me l'ingrato, che mi circonda e tace? È meglio che mi lasci, e che sen rieda in pace. S'accosta, e poi tremante al guardo mio s'asconde: Segno è che la coscienza lo morde e lo confonde. Ma se pentito ei fosse dei tradimenti sui? Sarei, s'io resistessi, più barbara di lui. Ah, fui seco altre volte la prima a umiliarmi, E dalla mia viltade apprese a disprezzarmi. Non vo' guardarlo in faccia, pianger vo' a suo dispetto; Chi non ha convenienza, non merita rispetto. |
CON. |
(Chi mai mi avesse detto, che avessi a sentir pene? Ma! convien molto spendere, per comperare un bene). (da sé) Donna Bianca. (Non sente, o non sentir s'infinge. M'accosterò. Buon segno; di bel rossor si tinge). Via, donna Bianca amabile, via, serenate il ciglio, Delle mie colpe andate il pentimento è figlio. Se recovi un trionfo nel domandar perdono, Per voi le colpe istesse più orribili non sono. Finor nel mar d'amore fui un corsaro audace, Che depredando andava gioie, diletti e pace; |
BIA. |
Conte, voi vi scordaste, nel mendicar piaceri, Che d'un bel cuor più degni son sempre i più sinceri. L'arte non ho di fingere per allettar gli amanti, Ma veritade ho in petto saldissima e costante. Più di me colte e vaghe cento ne avrete, e cento; Poche nel seno adorne di quell'ardor ch'io sento; Puro, discreto ardore, pronto a soffrir per voi Tutti d'amore i pesi, tutti i tormenti suoi. |
CON. |
Lagrime portentose, che han la virtù possente D'avvilirmi, di rendermi angustiato, dolente. Eccomi a voi già reso; ecco per voi la gloria D'aver coll'amor vostro sopra del mio vittoria. Ma no, nell'adorarvi amo ancor più me stesso, S'emmi ogni ben possibile nel vostro amor concesso |
BIA. |
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CON. |
(Ah, non provai nel mondo gioia più grande ancora. Son pur belle le lagrime d'un ciglio che innamora!) Consolatemi, o cara, cessi quel dolor mio, |
BIA. |
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CON. |
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BIA. |
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CON. |
Non è più tempo, che trafiggete il seno. |
BIA. |
Deh in libertà lasciatemi di respirare almeno. |
CON. |
Sì, respirate, o cara; meno di voi nel petto Non sentomi confuso fra il dolore e l'affetto. (si accosta) Ah, mi pento, mi pento di quegli indegni ardori, Che ad infestar mi vennero da mille e mille cuori. Vorrei poter vantarmi d'aver nudrito in cuore Un solo amore al mondo, ma di tutti il maggiore. (siede) Quanto mai c'inganniamo! |