Carlo Goldoni
La madre amorosa

ATTO PRIMO

SCENA DICIASSETTESIMA

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Donna Lucrezia e detti.

 

PANT. Siora donna Lugrezia, la favorissa.

LUCR. Che cosa volete, signore?

PANT. Ghe cedo el posto. (in atto di partire)

LUCR. Dove andate? (a Pantalone)

PANT. A muarme de camisa, per la fadiga che ho fatto. (parte)

LUCR. E voi altri che fate qui?

LAUR. Mia madre non vuole assolutamente ch'io sposi il signor Florindo.

LUCR. Vostra madre ha poco giudizio.

FLOR. Voi per altro, signora, me l'avete promessa.

LUCR. È verissimo, e son donna da mantener la parola.

LAUR. Conosco, signora zia, che voi mi amate davvero.

LUCR. Sì, vi amo con tutto il cuore; ma vostra madre mi vuol far perder la sofferenza.

FLOR. E per questo è bene che si sollecitino le nostre nozze.

LUCR. Si sollecitino pure.

FLOR. Son pronto a darle la mano.

LUCR. Adagio un poco. Vi è una difficoltà.

FLOR. Che difficoltà ci trovate, signora?

LUCR. I ventimila scudi di contraddote.

FLOR. Li ho promessi e li darò.

LUCR. Ci vuole il notaro.

FLOR. A me non credete?

LUCR. Vi credo; ma le cose s'hanno da fare come van fatte.

LAUR. Eh via, signora zia, a me non importa...

LUCR. Se non importa a voi, importa a me.

FLOR. Ora, come abbiamo a fare a trovare il notaro?

LUCR. Cercatelo immediatamente. Riconducetelo qui, e terminiamo una volta questa faccenda.

FLOR. E se non lo trovassi?

LUCR. Non ci sarebbe altro rimedio, per far più presto, che portar qui il denaro.

FLOR. Ma questo poi...

LUCR. Non vi è altro. Ve la dico in rima: o trovatemi il notaro, o contatele il denaro.

FLOR. Dunque me n'andrò.

LUCR. Sì, e fate presto a tornare.

FLOR. Pazienza.

LAUR. Chi sa se saremo più in tempo.

FLOR. Signora donna Lucrezia, se per causa vostra mi convenisse perdere la mia Laurina, giuro al cielo, farei qualche grande risoluzione. (parte)

LAUR. Se perdo Florindo, signora zia, mi vedrete dare nelle disperazioni. (parte)

LUCR. Bellissima! Di questo loro amore, di queste loro nozze, voglio profittare ancor io. Voglio, se posso, risparmiar la dote della nipote. Io sono l'erede di mio fratello, e se non iscorporo questa dote, tanto è maggiore la mia eredità. Così potrò vivere con più comodi, e se morisse mio marito ch'è vecchio, potrei sperare di rimaritarmi con qualche personaggio di qualità.



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