Carlo Goldoni
La madre amorosa

ATTO TERZO

SCENA NONA

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SCENA NONA

 

Il conte Ottavio, poi Pantalone.

 

OTT. Torniamo a leggere questo foglio; veggasi se, sotto il pretesto d'amor materno, si ascondesse una segreta avversione agli affetti miei. Ma no, donna Aurelia di mentire non è capace. Ella è adorabile e perché mai vuol privarmi del suo cuore e della sua mano? Vada nel ritiro donna Laurina, e veggendola fuor di pericolo, pensi alla propria pace ed alla mia onesta consolazione.

PANT. Sior conte, ghe son umilissimo servitor.

OTT. Caro signor Pantalone, voi che siete meritamente stimato ed ascoltato da donna Aurelia, ditele voi che non si lasci trasportare con eccedenza dall'amor di madre; che pensi alla figliuola, ma non abbandoni se stessa.

PANT. Ghe l'ho dito, sior conte, e ghel tornerò a dir; e spero che le cosse le anderà ben. La saverà che mi son stà quello che ho fatto sospender le nozze de siora Laurina co sior Florindo.

OTT. In ciò avete fatto un'opera buona, e dalla vostra buona condotta spero ottenere le nozze di donna Aurelia.

PANT. No la dubita gnente. Faremo tutto. Quel caro sior Florindo el dava da intender delle panchiane. Fortuna che me xe stà cesso un credito contra de elo de mille ducati, e no podendomeli pagar, el s'ha scoverto in fazza de tutti per spiantà, per rovinà, per fallìo.

OTT. Opportuna occasione per disingannare don Ermanno e donna Lucrezia.

PANT. Figurarse! Quei avari, co i ha sentio sta cossa, no i ha volesto altro.

OTT. Ora donna Aurelia sarà per questa parte contenta.

PANT. La xe contentissima.

 

 


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