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GRILL. Signora, è domandata di sopra. (a Leonide)
LEON. Vengo. In campagna ogni giorno si vedono visi nuovi che vanno e vengono, e si trattano con libertà: qui? pensate.
FELIC. Qui? se viene uno in casa, immediatamente si critica.
LEON. E poi...
GRILL. Signora, la pregano di far presto.
LEON. Vado subito. (s'alza) E poi quell'aria aperta, quel verde, quei fiori, quell'acque fanno proprio allargar il cuore.
FELIC. Ed io qui.
FELIC. Ma non ci starò.
GRILL. Sente, signora? picchiano. (a Leonide)
LEON. Signora Felicita, io me ne vado.
LEON. Vuol venire con noi?
FELIC. Se potessi!
LEON. Poverina! non vogliono eh?
LEON. Me ne dispiace tanto. È una miseria la sua.
FELIC. Se poi mi metterò al punto, ci anderò.
LEON. E mi divertirò assaissimo.
LEON. E vado presto. E in buona compagnia; e con denari da giocare, e con degli abiti da comparire, e con l'amante al fianco, che nessuno sa niente. (piano a Felicita) Signora Felicita, la riverisco. (Ha una rabbia, ha un'invidia che si divora). (da sé, e parte)