Carlo Goldoni
I malcontenti

ATTO SECONDO

SCENA TREDICESIMA

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SCENA TREDICESIMA

 

Il Procuratore e detti.

 

PROC. Con licenza di lor signori.

RID. Oh! ecco il signor dottore. (s'alza)

GRIS. Favorisca. vi è una sedia vuota. Ascolti, e stia zitto. (al Procuratore)

RID. E così, è fatto il negozio? (al Procuratore)

PROC. Non ancora.

RID. . No? Perché?

PROC. Parleremo.

RID. Sono impaziente.

PROC. Ho fatto il possibile.

GRIS. Ma zitto, signori miei.

LEON. Vi è qualche cosa di nuovo? (s'alza)

RID. Andiamo di sopra. (al Procuratore)

PROC. Vogliono qui lasciare?...

RID. Andiamo, andiamo. Compatite, ho un affar di premura. (a Grisologo, in atto di partire)

LEON. Si parte? Siete all'ordine? (a Ridolfo)

RID. Credo di sì, io: basta, vedremo. (parte)

PROC. Con licenza di lor signori. (parte)

GRIS. Schiavo suo.

LEON. Compatite. Non abbiamo tempo per trattenerci. Ci conviene andar via. Portatela in campagna, che la goderemo con comodo.

ROCC. Sì, in campagna ammireremo il vostro spirito, il vostro talento.

GRIS. Sentite almeno una scena.

LEON. Signora Felicita, a buon riverirla.

FELIC. Se ne va, eh?

LEON. Per servirla. Serva umilissima. Padroni tutti. (parte)

ROCC. Servo di lor signori. Bravo, signor Grisologo. Aspetteremo le nuove dell'esito della sua bella commedia; bravissimo, me ne rallegro infinitamente. (parte)

 

 


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