Carlo Goldoni
La mascherata

ATTO TERZO

SCENA SECONDA   Vittoria, poi Beltrame

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SCENA SECONDA

 

Vittoria, poi Beltrame

 

VITT.

Aurelia si consola,

Ma se lieta sarà, non sarà sola.

Con Menichino mio

Voglio sposarmi anch'io,

E come si suol dire,

Due piccioni e una fava piglieremo;

Un viaggio e due servizi noi faremo.

BELT.

Oimè, son disperato.

VITT.

Beltrame, cos'è stato?

BELT.

Presto, per carità, datemi un laccio,

Datemi un cortellaccio:

Io mi voglio impiccare,

Io mi voglio scannare.

VITT.

E perché mai cotal disperazione?

BELT.

Perché son un minchione,

Perché son rovinato,

Perché m'han sequestrato

I creditori miei

Tutto, tutto, il negozio e il capitale.

VITT.

Oh, senza capital starete male.

BELT.

Non so come mi far; non v'è rimedio.

O moglie, moglie ingrata,

Tutta la mia rovina tu sei stata.

VITT.

Voi la moglie incolpate?

Di lei vi lamentate?

Il pazzo siete voi, che secondata

Avete in essa l'ambizion del sesso.

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

 

Noi siamo ambiziosette,

È vero, già si sa.

Ma chi è, che tai ci fa?

È l'uomo innamorato

Che, quando è accarezzato,

Resistere non sa.

Con quattro parolette

Facciam quel che vogliamo,

E venerate siamo

Da voi con umiltà.

E poi vi lamentate?

La causa in voi cercate

Di nostra vanità. (parte)

 

 

 


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