Carlo Goldoni
La mascherata

ATTO TERZO

SCENA SETTIMA   Beltrame e Silvio

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SCENA SETTIMA

 

Beltrame e Silvio

 

BELT.

Ecco qui il bell'amor della consorte,

Amor sincero e forte,

Che dura nella moglie

Sinché il marito può saziar sue voglie.

SILV.

Beltrame, al cor risento

Delle vostre sventure il grave peso.

BELT.

Ah, signor mio, son reso

Dal destino spietato

Un uomo disperato.

SILV.

Se volete,

Meco a Roma verrete.

In casa vi terrò;

V'impiegherò, se non l'avete a male,

A far per casa mia lo scritturale.

BELT.

Oh, sì signore, accetto

Questa grazia a drittura; a Roma dunque

Conducetemi pure,

Ch'io vi rivederò ben le scritture.

 

Per contar non v'è un mio pari:

Conto sin che vi è denari;

E poi, quando son finiti,

Tiro tressa e faccio un zero.

Ma però spero

Di far giudizio:

In precipizio

Non voglio andar.

Va mia moglie da sua madre?

Vada pur, ch'io mi consolo.

Senza moglie, solo, solo,

Meglio assai potrò campar. (parte)

 

 

 


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