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FIL. Lisetta è la più amabile figliuola del mondo. Peccato ch'ella abbia un padre sì stravagante.
PAND. È venuto nessuno a domandare di me? (grossamente)
FIL. Non signore, ch'io sappia: non è venuto nessuno.
PAND. Diamine! doveva pur essere capitato. (inquietandosi)
FIL. Signore, avete voi qualche cosa che v'inquieta, che vi disturba?
PAND. Bella domanda! Chi ha una figlia da maritare, non manca d'inquietudini, d'imbarazzi.
FIL. (Meschino me!) Attendete voi qualcheduno per rapporto a vostra figliuola?
FIL. La volete voi maritare? (con premura)
FIL. Avete ritrovato il partito? (come sopra)
FIL. Signore, se vi contentate ch'io vi faccia una proposizione...
PAND. Non ho bisogno delle vostre proposizioni. Maritando mia figlia, scusatermi, non voglio passare per le mani d'un locandiere.
FIL. Signore, convien distinguere locandiere da locandiere...
PAND. Tant'è. Ho trovato io la maniera di procurare a mia figlia il miglior partito, sicuro di non ingannarmi, sicuro di non perdere il mio danaro, e sicuro di aver un genero di mia piena soddisfazione.
PAND. Il come, il come voi lo saprete. (grossamente)
FIL. (La sua maniera villana non mi dà campo per ora di dichiararmi; ma non perdo la speranza per tutto questo).