IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
ROB. Io non so cosa m'abbia. Sono inquieto, non trovo pace. Mi lusingo per un momento, dispero un momento dopo. Voglio uscirne sicuramente.
PAND. Oh signore, ho piacere di avervi trovato. Siete avvertito che dimani non sarò più qui, ma passerò all'albergo del Sole.
ROB. E perché fate voi questo cambiamento?
PAND. Perché quel birbante di Filippo faceva all'amore colla mia figliuola.
ROB. Filippo il locandiere?
ROB. Fa all'amore con vostra figlia?
PAND. Con lei precisamente.
ROB. Ma come? Filippo non è egli maritato?
ROB. Ho parlato io stesso colla di lui moglie.
PAND. Ah scellerato! ah indegno! È maritato, e tenta di sedurre ed ingannare mia figlia? E quella disgraziata lo soffre, e gli corrisponde?
ROB. Che? Vostra figlia corrisponde a Filippo?
PAND. Ah sì, pur troppo è la verità, e tanto gli corrisponde, che avendole io parlato di voi, non cura di un uomo di merito, come voi siete, ed ha avuto la temerità di dirmi, ch'ella preferisce Filippo.
ROB. (Oimè! cosa sento? Che colpo è questo per me!)
PAND. Gran disgrazia per un padre, che ha qualche merito, avere una figliuola senza cervello.
ROB. Signore, scusatemi, ho qualche difficoltà a persuadermi che vostra figlia sia innamorata del locandiere.
PAND. Se ciò non fosse, non lo direi, e lo dico con mio rossore, perché io amo di dire la verità; e se non lo credete, aspettate. Sentirete da lei medesima, se ciò sia vero. (va ad aprire la porta, ed entra. Roberto, pensieroso, non bada dove entri Pandolfo)