Carlo Goldoni
Il matrimonio per concorso

ATTO TERZO

SCENA QUARTA   Anselmo, poi Pandolfo

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SCENA QUARTA

 

Anselmo, poi Pandolfo

 

ANS. Io non so mai qual possa essere l'inquietezza di Doralice. Mi verrebbe quasi il sospetto ch'ella fosse innamorata di qualcheduno. Chi sa? Potrebbe anche darsi, e potrebbe anche essere ch'ella avesse immaginato di dire che monsieur la Rose è ammogliato per mettermi in apprensione, ed obbligarmi ad abbandonare il partito. Ma per verità, non ho mai conosciuto mia figliaimprudente, sì maliziosa, e poi di chi può essere innamorata? In Ispagna non lo era certo, qui siamo appena arrivati. Nessuno è venuto a vederla. Se non ci fosse qualche forestiere nella locanda, ch'io non sapessi; non so che mi dire, sono pieno di pensieri, di agitazioni. Sentirò quel che avrà potuto comprendere madama Fontene.

PAND. (Esce di camera timoroso guardando intorno). (Ho sempre paura di vedermi assalito dal colonnello).

ANS. (Se posso arrivare a collocarla, sarò l'uomo più contento del mondo. Converrà ch'io solleciti monsieur la Rose).

PAND. Signor Anselmo, vi riverisco.

ANS. Buon giorno, buon giorno, messer Pandolfo. (sostenuto)

PAND. Avete veduto ancora mia figlia?

ANS. No, non l'ho ancora veduta.

PAND. Volete favorire di venirla a vedere?

ANS. Scusatemi, aspetto qui una persona, non mi posso partire.

PAND. La farò venir qui, se vi contentate.

ANS. Fatela venire, come volete. (con indifferenza, e quasi per forza)

PAND. Ho piacer che la conosciate. (Manco male che non c'è il colonnello). (entra in camera)

 

 

 


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