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Anselmo, poi Pandolfo e Lisetta
ANS. Ho altro in testa io, che secondar questi pazzi. La figliuola sarà del carattere di suo padre.
PAND. Eccola, signor Anselmo. Ecco la mia figliuola.
ANS. La riverisco devotamente. (a Lisetta)
LIS. Serva sua. (ad Anselmo) È questi il signor Anselmo? (con ammirazione)
PAND. Sì, è desso.
LIS. Il signor Anselmo Aretusi? (con ammirazione)
ANS. Perché fate le maraviglie, signora mia? (a Lisetta)
LIS. Perché ho l'onore di conoscere la vostra signora figliuola.
ANS. L'avete veduta? (a Lisetta)
LIS. Sì, l'ho veduta, e so ch'è innamorata del signor Filippo.
PAND. La figlia del signor Anselmo è l'innamorata del locandiere?
LIS. Sì signore, vostra figliuola fa all'amore a Filippo.
ANS. (Povero me! cosa sento? Ora capisco la tristezza, la melanconia dell'indegna).
PAND. (Ora intendo perché Lisetta ha abbandonato Filippo).
ANS. (Son fuor di me, non so qual risoluzione mi prenda).
PAND. E di più sappiate, che Filippo è di già maritato. (al Anselmo)
LIS. Non è maritato, ma si mariterà alla figliuola del signor Anselmo.
ANS. No, non sarà mai vero, la strozzerei piuttosto colle mie mani.