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   GUD. 
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   Signor, queste figure in casa vostra unite, 
  Che s’intende che sieno? 
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   BAI. 
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   Dirò, non istupite. 
  Vengono a favorirmi cotai filosofastri, 
  Che presso il basso volgo vonno passar per mastri, 
  E par loro che giovi dire al mondo ingannato: 
  Di Bainer frequentiamo lo studio accreditato. 
  Li soffro qualche volta, di tutti amico io sono: 
  Esce dai sciocchi ancora talvolta un pensier buono. 
  E la filosofia, ch’è il studio a me diletto, 
  Anche con questo mezzo aprir può l’intelletto. 
  Le stolidezze altrui fanno studiar di più, 
  E fan miglior concetto aver della virtù. 
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   GUD. 
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   So che quel signor medico con sua caricatura 
  Mi avea cacciata intorno una bella paura. 
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   BAI. 
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   Non temete niente; son qui tutto per voi: 
  Oggi restar vi prego a desinar con noi. 
  Di voi ho buon concetto; per voi ho della stima; 
  Si dan di quegli incontri, che piacciono alla prima. 
  Duolmi dall’ipocondria vedervi un po’ avvilito; 
  Sarete, in me fidando, prestissimo guarito. 
  Voglio che superiate il mal colla virtù. 
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   GUD. 
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   Son nelle vostre mani, che ho da bramar di più? 
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   BAI. 
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   So che un banchier voi siete; piacemi il parlar schietto 
  Senza affettar grandezze. 
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   GUD. 
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   Signor chi ve l’ha detto? 
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   BAI. 
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   Disselo mia nipote. So che con lei parlaste. 
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   GUD. 
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   Signor, fu un accidente; non vorrei mi tacciaste... 
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   BAI. 
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   Di che? Non è interdetto il praticare onesto. 
  Che vi par di Marianna? 
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   GUD. 
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   Signore, io vi protesto, 
  Che giovin più gentile non ho veduta mai. 
  (In questo suo discorso vi è da sperare assai). (da
  sé) 
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   BAI. 
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   Ha del talento. 
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   GUD. 
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   È vero. 
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   BAI. 
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   È giovane prudente. 
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   GUD. 
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   Dal conversar si vede, dal suo parlar si sente. 
  (Or la ragion capisco del suggerito amore). (da sé) 
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   BAI. 
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   Io non ho figli al mondo, ella è tutto il mio cuore. 
  Offerti alla fanciulla fur più ricchi partiti; 
  Ma certo, infin ch’io viva, non vuò che si mariti. 
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   GUD. 
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   (Prima si andava consolando, ora si turba) 
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   BAI. 
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   Che c’è, che vi cambiate? 
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   GUD. 
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   Nïente. I miei vapori. 
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   BAI. 
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   Si calmeranno i spiriti, si sederan gli umori. 
  Presto risanerete. Vuò vedervi contento. 
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   GUD. 
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   (Perduta ho la speranza del mio medicamento). 
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