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SCENA PRIMA
CAR. |
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Quel forestier... |
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CAR. |
V’ho inteso; scusate l’increanza, Se interrompo il discorso; saper credo abbastanza. Sono allevata altrove, un po’ di mondo ho visto; Di onestà, di malizia, credo d’avere un misto. Possiam fra noi fanciulle parlar liberamente; Conosco che non siete per esso indifferente. |
E di lui, che ti pare? |
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CAR. |
Che avesse monsieur Guden soggiorno nel paese, Giudicherei che fosse di voi appassionato. Certo che, chi l’osserva, dirà ch’è innamorato. |
Com’io presi passione (per confidarlo a te), Non avrebbe potuto prenderla anch’ei per me? |
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CAR. |
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Vedendolo sì afflitto, appresi a compatirlo. |
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CAR. |
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Ma che pro s’io l’amassi? peggio per me saria. Guarito, o non guarito, un giorno anderà via; E se per compassione mi fossi innamorata, Da chi sperar potrei d’esser compassionata? |
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CAR. |
Io di voi avrò sempre tutta la compassione. |
Eh, vi vorrebbe altro che tal consolazione! No, no, meglio è troncare, pria che s’avanzi più: A tal risoluzione consigliami anche tu. |
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CAR. |
Sì, fate ben, signora; alfine è forestiere. |
CAR. |
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Par ch’egli mi ami, e dicami che ho un cuor barbaro, ingrato. |
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CAR. |
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CAR. |
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Vorrei una ragione, che mi obbligasse a farlo. |
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CAR. |
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CAR. |
Ma seco lui vivete. |
CAR. |
Fate quel che volete. |
Non t’irritar; ti prego di non abbandonarmi. |
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CAR. |
Vedo, conosco, intendo, ch’è vano il faticarmi. Vi piace; compatisco l’inclinazion, l’età. |
Sarà quel che sarà? Che può accader di male? Povera me! l’onore ad ogni amor prevale; |
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CAR. |
Cara la mia padrona, con tali sentimenti Non dubitate mai, che il ciel non vi contenti. |
CAR. |
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CAR. |
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Questo pensier malnato non dovea coltivarlo. |