Carlo Goldoni
Il medico olandese

ATTO QUINTO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Carolina e detta.

 

CAR.

Ah madama, davvero ne ho consolazione!

MAR.

Sì, consolati meco, che ne hai giusta ragione. (ironica)

CAR.

Come! Non siete voi del forastier la sposa?

MAR.

Chi tel disse?

CAR.

Egli stesso. Carolina amorosa,

Dissemi giubbilante, da queste soglie andando:

Consola la mia sposa, a te mi raccomando.

Vengo per consolarvi

MAR.

La sposa mia consola?

Senti, che frase è questa? che barbara parola?

Dovendo restar sola, misera, abbandonata,

A te si raccomanda, perch’io sia consolata.

CAR.

Spropositi, signora; soggiunge, che in Olanda...

MAR.

Il zio per mia sfortuna, che barbaro comanda,

Dissemi in chiare note: Me abbandonar volete?

No, barbara nipote, di qui non partirete.

CAR.

E bene; monsieur Guden dissemi presto presto:

Più in Polonia non torno, qui colla sposa resto.

MAR.

Possibil che sia vero?

CAR.

Vero, ve l’assicuro.

MAR.

Ora del zio comprendo quel favellare oscuro.

Pietosissimo zio, caro fedel amante,

Oimè, che di dolcezza l’alma mia è delirante;

Sostienmi, Carolina, ahi mi par di morire.

CAR.

Vengono le fanciulle; non vi fate sentire.

 

 

 


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