Carlo Goldoni
Il mercato di Malmantile

ATTO PRIMO

SCENA DODICESIMA   Rubiccone e detti, poi la Lena, poi Berto

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SCENA DODICESIMA

 

Rubiccone e detti, poi la Lena, poi Berto

 

RUB.

Mia signora, a voi m'inchino.

Vi son servo, o mio signor.

Che bel volto peregrino!

Mi ha ferito in seno il cor.

 

 

BRIG.

(Ecco di una beltà gli usati frutti.

Tutti restano presi; incanto tutti). (da sé)

 

LAM.

Che dite di mia figlia?

 

RUB.

La miro, e nel mirarla io mi confondo.

La più bella di lei non vidi al mondo.

 

BRIG.

Effetto della grazia,

Che perviene da lei pregevolissima.

 

RUB.

Anzi merito suo.

 

BRIG.

Serva umilissima.

 

LAM.

Che ne dite? (a Rubiccone)

 

RUB.

È un incanto.

 

LAM.

(Ma non sapete ancora,

Che gran pezzo ella sia di virtuosa!

Domandatele un poco qualche cosa). (da sé)

 

RUB.

Signora, io mi consolo

Di vedere una giovane

bella e virtuosissima.

Mi rallegro davver.

 

BRIG.

Serva umilissima.

 

LAM.

(Domandatele un poco

Di legge, medicina, o matematica:

Sentirete che in tutto è donna pratica). (da sé)

 

RUB.

Sa ancor di medicina? (a Brigida)

 

BRIG.

Ne so quanto conviene.

 

RUB.

Saprà da che proviene

La febbre, l'emicrania e l'etisia.

 

LAM.

Presto, figliuola mia, fatevi onore.

 

BRIG.

La febbre, mio signore,

Vien dall'alterazione;

Lo sputo è la cagione

Dell'etisia funesta.

Vien l'emicrania dal dolor di testa.

 

LAM.

Ah? Che dite?

 

RUB.

Bravissima!

Non si può far di più.

 

BRIG.

Serva umilissima.

 

 

RUB.

Si conosce, si vede, si sa

Di quel volto la rara beltà,

Ma del bello si apprezza ancor più

La famosa stupenda virtù.

 

LAM.

Ma del bello si apprezza ancor più

La famosa stupenda virtù.

 

BRIG.

Quel ch'io sono, signore, lo so,

Ma di questo vantarmi non vuò.

Non è facil trovare oggidì

Una donna che parli così.

 

LAM.

Non è facil trovare oggidì

Una donna che parli così.

 

RUB.

Sì, lo dico: voi siete un incanto.

 

LAM.

È un incanto mia figlia davver.

 

BRIG.

Il sapere fu sempre il mio vanto.

 

LAM.

Il suo vanto fu sempre il saper.

 

a tre

Se si ricercano

Del mondo i termini,

No, non si trovano

Di tali femmine,

Che quando parlano,

Diano piacer.

 

BRIG.

Voi siete un gran dottore,

Lo riconosco affé.

 

LAM.

Un uom del suo valore

Fra gli uomini non c'è.

 

RUB.

Un uomo di buon

Ritroverete in me.

 

BRIG.

Siete voi nobile?

 

LAM.

È nobilissimo.

 

BRIG.

Siete voi ricco?

 

LAM.

Egli è ricchissimo.

 

RUB.

Per la mia nascita,

Per il mio merito,

Io son notissimo

Per le città.

 

a tre

Viva il sapere,

Viva il potere,

Viva la scienza,

La nobiltà.

 

LENA

La gallina gli vengo a portar,

Che stamane voleva comprar.

 

LAM.

Sì, carina, mi fate piacer:

La gallina lasciate veder.

 

BRIG.

Quella donna si faccia partir:

Contadine non posso soffrir.

 

LENA

Che gran nobiltà.

 

RUB.

Partite di qua.

 

LENA

Non voglio partir.

 

LAM.

Lasciatela star.

 

BRIG.

Non voglio soffrir.

 

RUB.

Non vuol sopportar.

 

LENA

Lasciatemi star.

 

BER.

Dell'ova fresche chi vuol comprar?

 

BRIG.

Quest'altro villano

Sen vada di qua.

 

BER.

Volete dell'ova? (a Lampridio)

 

LAM.

Ritirati in .

 

BER.

Dell'ova, signore. (a Rubiccone)

 

RUB.

Non fanno per me.

 

BER.

Son freschi, signora. (a Brigida)

 

BRIG.

Non parlo con te.

 

LENA

Non far che si offenda

La sua nobiltà. (a Berto)

 

BRIG.

Ciascuno m'intenda:

Partite di qua.

 

LENA

} a due

Io voglio star qua.

BER.

BRIG.

} a due

Partite di qua.

RUB.

LAM.

Fermatevi qua. (alla Lena)

 

LENA

} a tre

Qua, qua, qua.

BER.

LAM.

BRIG.

} a due

Qua, qua, qua. (burlandoli)

Partite di qua.

RUB.

LENA

Chi vuol piccioni?

 

BRIG.

} a due

Che villanacci!

RUB.

BER.

Chi vuol dell'ova?

 

BRIG.

} a due

Che insolentacci!

RUB.

LAM.

Ma non gridate,

Ma non strillate,

Ma state zitti,

Per carità.

 

TUTTI

Non posso stare,

Non vuò crepare.

Che impertinenza,

Che prepotenza!

Quest'insolenza - si finirà. (partono)

 


 

 

 


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