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SCENA PRIMA
Sala.
Via, lasciatemi stare, Certo, a vostro dispetto, Sarò governatora. |
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BER. |
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BER. |
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Sì, signor, così è. E chi vuoi grazie, ha da venir da me. |
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BER. |
Quand'è così, signora mia garbata, La prego di una grazia anticipata. |
Che vorreste? |
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BER. |
Vorrei, così per gioco, La libertà di corbellarla un poco. |
Questa è un'impertinenza. Me la ricorderò, Quando governatora un dì sarò.
Tu verrai dinanzi a me Io, burlandomi di te, Mi dirai: «Servo, lustrissima». Quella testa ignorantissima Inchinarsi a me vedrò. «Sono a pregarla»: Di te si riderà. Lustrissima sarà. (parte) |