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ATTO SECONDO
SCENA QUARTA
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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Pirlone e la Béjart.
BÉJ.
Che inutili discorsi facea quella sguaiata?
PIRL.
Per suo, per vostro bene, sinor l’ho esaminata,
Ed ho scoperto cose, che a voi son forse ignote.
Signora, a vostra figlia preparate la dote.
Che? Vuol ella marito?
Lo vuole, e l’ha trovato.
Chi fia costui?
Moliere.
Moliere! Ah scellerato!
Ma vi è di peggio.
Io fremo.
Vuol stasera sposarla.
Come!
A voi sul teatro medita d’involarla.
E dopo la commedia, che a lui per questo preme,
Li aspetta una carrozza, e fuggiranno insieme.
Ah traditore!
A tempo io fui di ciò avvisato.
Ho corretto Isabella, e in parte ho rimediato
Però non vi consiglio condurla a recitare;
Egli potria sedurla, e farvela involare.
State con essa in casa, datele soggezione.
Vada Molier, se vuole, a far solo il buffone.
Sì, sì, la mia figliuola e me per questa sera
Moliere sul teatro vedere invano spera.
Ringrazio il cielo e voi d’avermi illuminata
Ah, sono dall’indegno tradita, assassinata!
Vado, che se venisse Moliere, or si diria
Che quest’opera buona è mera ipocrisia.
S’ei sa ch’io sia venuto a discoprir l’arcano,
Quante udirete ingiurie scagliarmi il labbro insano!
E chiamo in testimonio di quel ch’io dico, il cielo:
Guidommi a questa casa la caritade, il zelo.
Sia di me, di mia fama, quello che vuol la sorte
Al prossimo giovando, incontrerei la morte. (parte)