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La Béjart vestita succintamente, e detti.
BÉJ. |
Perfida, qual disegno ti ha da Molier condotta? Ah Molier traditore! Ah, tu me l’hai sedotta! Rendimi la mia figlia, rendila, scellerato. |
MOL. |
Ella non è più vostra. |
BÉJ. |
Sì, ch’ella è mia, spietato! Al ciel di tal violenza, e al tribunal mi appello. Vieni meco, Isabella. |
ISAB. |
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BÉJ. |
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ISAB. |
Oibò. |
BÉJ. |
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ISAB. |
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MOL. |
Eh, lo sdegno calmate, e fia per vostro meglio: Sposo son d’Isabella, e in suo difesa io veglio. Staccarmela dal fianco non vi sarà chi possa, Congiunti in matrimonio vivrem sino alla fossa. È vano il furor vostro, sia collera o sia zelo; Non si discioglie in terra, quel ch’è legato in cielo. |
BÉJ. |
Oimè! morir mi sento. Moliere, anima indegna! Colei che t’amò un giorno, or t’aborrisce e sdegna. Restane, figlia ingrata, accanto al tuo diletto, E sia per te felice, com’io lo sono, il letto. Fuggo d’un uomo ingrato la vista che mi cruccia, E andrò, per vendicarmi, a unirmi a Scaramuccia. |
ISAB. |
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MOL. |
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PIRL. |
Signora, quello sdegno che a vendicarvi aspira, |
BÉJ. |