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SCENA PRIMA
Notte con luna e cielo stellato. Terrazzo sopra la casa di Ecclitico con torre nel mezzo, o sia specula, ed un gran canocchiale su due cavalletti. Quattro fanali che illuminano il terrazzo.
TUTTI |
Deh, fa che i nostri occhi S'accostino ai tuoi, E scopriti a noi Che cosa sei tu.
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ECCL. |
Alla triforme dea le voci giunsero; Esauditi sarete in breve termine. Mio canocchial novissimo. Perpendicolarmente in ver l'ecclitica. Vuò veder se avvicinasi Idest, quando la Luna al Sol congiungesi, Che dal mondo volgare ecclissi appellasi. Pria che Cinzia ritorni al suo decubito.
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Il gran telescopio, O sia microscopio, O sia canocchial. (Prendono il canocchiale, e lo portano dentro alla specula, vedendosi spuntar fuori dalla sommità della medesima.)
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ECCL. |
A quei che poco sanno per natura! Oh che gran bel mestier ch'è l'impostura! Chi finge di saper accrescer l'oro, Chi finge nome, titolo e figura: Oh che gran bel mestier è l'impostura! Con finta astrologia, Ingannando egualmente i sciocchi e i dotti, Ché un bravo cacciator trova i merlotti. Eccone uno: ecco quel buon cervello Da lui che tutto crede, Con una macchinetta, |