Carlo Goldoni
Il mondo della luna

ATTO PRIMO

SCENA SECONDA

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SCENA SECONDA

 

Bonafede e detti.

 

BON.

Si puol entrar?

ECCL.

Sì, venga, mi fa grazia.

BON.

Servo, signor Ecclitico:

In che cosa si sta lei divertendo?

ECCL.

Nella speculazion di varie stelle.

Stav'or considerando

L'analogia che unisce

Alle fisse l'erranti,

Al capo di Medusa il Can celeste,

Al cuore del Leon la Spiga d'oro,

Ed all'Orsa maggior l'occhio del Toro.

BON.

Oh bellissime cose!

Anch'io d'astrologia son dilettante;

Ma quel che mi pena

È il non saper trovar dottrina alcuna

Che mai sappia spiegar cos'è la Luna.

ECCL.

La Luna è un corpo diafano

Che dai raggi del sol è illuminato;

Ma in quel bel corpo luminoso e tondo,

Che credete vi sia? V'è un altro mondo.

BON.

Oh che cosa mi dite?

Colà v'è un altro mondo?

Ma cosa son quei segni

Che si vedon nel corpo della Luna?

So che un giorno mia nonna,

La qual non era sciocca,

Mi disse ch'ella avea gli occhi e la bocca.

ECCL.

Scioccherie, scioccherie.

Le macchie oscure

Son del Mondo Lunar colline e monti.

Non già monti sassosi

Come da noi veggiam, ma son formati

D'una tenue materia,

La qual s'arrende e cede

Alla pression del piede;

Indi s'alza bel bello e non si spacca,

Onde l'uomo cammina e non si stracca.

BON.

Oh che bel mondo! Ma ditemi, amico,

Come siete arrivato

A scoprir cosa tale?

ECCL.

Ho fatto un canocchiale

Che arriva a penetrar cotanto in dentro

Che veder fa la superficie e il centro.

Individua non solo

I regni e le provincie,

Ma le case, le piazze e le persone.

Col mio canocchialone

Posso veder lassù, per mio diletto,

Spogliar le donne quando vanno a letto.

BON.

Oh bellissima cosa!

Ma dite, non potrei,

Caro Ecclitico mio,

Col vostro canocchial veder anch'io?

ECCL.

Perché no? Benché io sia

Solo inventor della mirabil arte,

Voglio che ancora voi ne siate a parte.

BON.

Obbligato vi sono, e vi sarò.

Vederete per voi cosa farò.

ECCL.

Nella specula entrate;

Nel canocchial mirate.

Cose belle vedrete,

Cose rare, per cui voi stupirete.

BON.

Vado, e provar io voglio,

Se con quel canocchial sì lungo e

Alla Luna poss'io veder il fondo.

Ma chi son quei signori,

Che dove io deggio entrar, vengono fuori?

ECCL.

Sono scolari miei,

Amanti della Luna come lei.

 

 

 


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