Carlo Goldoni
Il negligente

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA   Camera come prima.   Aurelia e Cornelio

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ATTO SECONDO

 

SCENA PRIMA

 

Camera come prima.

 

Aurelia e Cornelio

 

AUR.

Anderà ben, benissimo,

Con quattro paroline io l'ho incantato.

E di me innamorato,

La dote mi farà.

CORN.

Come facesti

A tirarlo in la rete?

AUR.

Io? Tu lo sai,

Ho un certo che nel volto,

Ho un certo che nel tratto,

Misto così tra il furbo e il sempliciotto,

Che ogni uno che mi parla, resta cotto.

CORN.

Non vorrei che allorquando

Moglie mia tu sarai,

Altri si cucinasse al tuo bel foco.

AUR.

Se geloso sarai, goderai poco.

CORN.

Basta; ne parleremo. Ma io penso:

Se il signor Filiberto

Ti ha promesso la dote,

Sarà sì generoso

Sol coll'idea di divenir tuo sposo.

AUR.

Così sarà, ma io

So fare il fatto mio.

Della sua negligenza

Profittarmi saprò.

Forse gli rapirò,

Col pretesto di far la soscrizione

Al contratto nuzial, la donazione.

CORN.

Oh gran donna! oh gran donna! Io col tuo esempio

Propor vuò a Filiberto

L'aggiustamento della lite. A lui

Chiederò la sua firma

Per chiudere il contratto,

E quand'egli mi creda, il colpo è fatto.

AUR.

Con ragion ci ha congiunti

Amor sagace e scaltro;

Nati siam veramente uno per l'altro

CORN.

Ah, ch'io non vedo l'ora,

Cara, che tu sii mia

AUR.

Tua sarò, ma non voglio gelosia.

CORN.

Dammi la bella man. Lascia che almeno

Io me la stringa al seno.

AUR.

Sì, caro, ecco la man, se tu la vuoi;

Del mio core e di me dispor tu puoi.

 

 

 


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