Carlo Goldoni
Le nozze

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA   Sala.   Il Conte, la Contessa e poi Masotto

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ATTO PRIMO

 

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Sala.

 

Il Conte, la Contessa e poi Masotto

 

CON.

La voglio così.

CONT.

Così non sarà.

CON.

Prevale il mio sì.

CONT.

Sta volta non già.

a due

Lo giuro, il protesto,

Che a cedere in questo

Nessun mi vedrà.

 

MAS.

Che c'è, padroni miei?

Han bisogno di niente?

Ho sentito gridare, e son venuto

Della parte più debole in aiuto.

CON.

Uditemi, fattore...

CONT.

Udite me.

CON.

Quest'è la mia ragion...

CONT.

Ragion non c'è...

No, per la parte sua, non c'è ragione.

Ho promesso a Mingone

Dorina cameriera, e a lui vuò darla.

Vorrebbe maritarla,

L'adorabile mio signor consorte, (con ironia)

Con Titta suo staffiere

Per mirarla vicina a suo piacere.

MAS.

Se la cosa è così... (al Conte)

CON.

No, non è vero.

Vuò darla al mio staffiero

Perché meglio con lui starà Dorina;

Affé, la poverina,

Sposandosi a Mingone,

Prenderebbe in marito un bel birbone.

MAS.

Se la cosa è così... (alla Contessa)

CONT.

Non è per questo;

Ma perché è innamorato,

Pensa render lo stato

Della donzella mia ricco e felice.

MAS.

Se la cosa è così... (al Conte)

CON.

Mente chi il dice.

CONT.

Una mentita a me?

MAS.

(La guerra è accesa).

CONT.

Una mentita a me? Non son chi sono

Se non so vendicarmi.

CON.

Meno caldo, signora.

MAS.

(All'armi, all'armi).

CONT.

O che Dorina sposerà Mingone,

O io, ve lo prometto,

Dividerò, signor consorte, il letto.

MAS.

Eh no, signora...

CON.

O che si sposi a Titta,

O dividasi il letto e il matrimonio.

MAS.

(Questa volta davver v'entrò il demonio).

CON.

Son marito, alla fine, e son padrone;

E tollerar non voglio

In casa mia sì forsennato orgoglio.

 

Vuò soffrire a un certo segno

Per amore e per rispetto;

Ma chi abusa dell'affetto,

No, non merita onestà.

La natura all'uom concede

Di regnar sul debil sesso;

Ma il dominio perde anch'esso,

Quando eccede la viltà.

Vuò ecc. (parte)

 

 

 


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