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IRCANA: Ah che talor, lo veggo, son tormentosa a torto;
Ma l'inquieto costume fin dalla culla io porto.
Amor però del mio, no, maggior, non si trova;
Venga l'amor, ch'io nutro, colla fierezza in prova.
Tenti un pietoso inganno d'intenerir quel ciglio.
MACHMUT: (Qui la perfida Ircana?) Empia, dov'è mio figlio?
IRCANA: Al genitor dolente nuova funesta io porto.
Ah il figlio tuo...
IRCANA: Il tuo diletto è morto.
MACHMUT: Morto Tamas? oh Numi! la vista, ahi, mi si oscura.
Ah de' miei sdegni ad onta langue in me la natura.
Tu senza pianto agli occhi, barbara, lo dicesti?
IRCANA: Crudel! tu l'uccidesti.
MACHMUT: Io l'uccisor del figlio? No, perfida, il mio sdegno
L'odiai sposo infedele, l'odiai di te consorte:
Seco a ragion mi accese, ma non fino a tal segno.
Sì che bramai punirlo, ma non colla sua morte.
Tu, di furore accesa, perfido core ingrato,
Per vendicar tuoi scorni, tu l'averai svenato.
IRCANA: No, di sua mano istessa Tamas ferir si vide.
Muoio, diss'ei cadendo, e il genitor mi uccide.
Sì, il padre mio, soggiunse, padre inumano, ingrato,
Che del mio cuore ad onta, m'ha all'imeneo forzato;
Pianger, pregar non valse del genitore al piede,
Seco vantar fu vano l'amor mio, la mia fede;
Strinsi l'odiata sposa a mio dispetto al seno:
Sarà contento il padre, sarà contento appieno.
Ecco (alzando la destra), ecco il tremendo effetto...
MACHMUT: Ah tu, crudel, lasciasti ch'ei si ferisse il petto?
IRCANA: Sì, a quella vista, in seno intenerir m'intesi,
Ma dal tuo cuore istesso a incrudelire appresi.
Dissi fra me in quel punto: s'io lo sottraggo a morte,
Sposo di me infelice, qual sarà la sua sorte?
Esule, in odio al padre, senza soccorso e amici,
Meco dovrà, vivendo, menar giorni infelici.
Pria di penar coll'odio del genitore intorno,
Di lunga etade i danni finiscano in un giorno.
Ei mi preceda a morte, lo seguirò fra poco:
Vivremo entrambi uniti per sempre in miglior loco.
Giace colà fra i tronchi il figlio tuo ferito,
E di seguirlo è pronto il mio coraggio ardito.
MACHMUT: Tamas, se spiri ancora, il mio soccorso aspetta;
Vedrai nel sangue mio, vedrai la tua vendetta.
Sulla caduta spoglia voglio morir...
(avviandosi verso la scena)
IRCANA: Signore, (arrestandolo)
Giunge il figliuolo estinto a impietosirti il core?
Morto lo piangi, e in vita d'odio nutristi il vanto?
MACHMUT: Ah! non credea che il perderlo mi avesse a costar tanto.
IRCANA: Ti arresta; gente pietosa accorse
All'infelice appresso, della sua vita in forse.
IRCANA: No, ancora a palpitar lo vidi.
Ma se ti mira e trema, col suo timor l'uccidi.
Rustica man con l'erbe lascia che a vita il renda,
E della cura il fine dal nostro cor si attenda.
MACHMUT: Deh, al genitore il figlio pietoso ciel ridoni.
IRCANA: Se lo rivedi in vita, signor, di', gli perdoni?
MACHMUT: Sì, l'amor mio mel chiede.
IRCANA: Spera che il ciel pietoso
Ricompensar non lasci quest'amor generoso.
Prendi il duol che provasti qual pena al tuo rigore:
La gioia inaspettata premio sia dell'amore.
MACHMUT: Che a rivederlo almeno vada tra fronda e fronda...
IRCANA: Odi, pria di vederlo, ed il tuo cuor risponda
Se gli perdoni, e teco lo guidi alle tue porte,
Che sarà poi di questa sua misera consorte?
MACHMUT: Fa ch'egli viva, e spera.
Spero nel cuor d'un padre benefico, amoroso
Parmi veder fra l'ombre di quelle piante... è desso:
Tamas, Tamas, deh vieni al genitore oppresso. (chiamandolo)
Eccolo ch'egli vive, il cielo a te il ridona. (a Machmut)
Tamas, ritorna in vita. Il padre a noi perdona.