Carlo Goldoni
Ircana in Ispaan

ATTO PRIMO

Scena Ottava. Tamas e detti

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Scena Ottava. Tamas e detti

 

TAMAS: Eccomi a' piedi tuoi. (si getta ai piedi di Machmut)

MACHMUT: Tamas, ritorna in vita.

Dove, mio caro figlio, dov'è la tua ferita?

TAMAS: Deh, genitor perdona l'arte pietosa, umana;

La mia ferita ho al cuore, la feritrice è Ircana.

Sì, mi piagar quei lumi della fedel consorte,

E il tuo rigore, o padre, darmi potea la morte.

Ella il tuo cuor calmando, porse al mio male aita;

Tu, genitor pietoso, tu mi richiami in vita.

(Machmut guarda confusamente Tamas e Arcana)

IRCANA: Ecco di nuova colpa rea questa donna ultrice;

Ma se ti rende un figlio, per te colpa è felice.

Tu l'odieresti ancora, se il mio pietoso inganno

L'odio non ti cambiava in amoroso affanno.

Ma se lodata è l'opra, allor che giova e piace,

Deesi punir talora chi meditolla audace?

Tu perdonasti al figlio sia la tua gioia intera.

Tamas trionfi, e Ircana sia condannata e pera.

(Machmut guarda i due come sopra)

TAMAS: Padre, possibil fia?

IRCANA: Non domandargli in dono

La vita di una rea, chiedi per te il perdono,

Prostrati innanzi a lui; della tua sposa esangue

Di' che gli basti il pianto, di' che gli basti il sangue.

TAMAS: Deh genitor, la vita... (inginocchiandosi)

IRCANA: Suocero, a me la morte. (inginocchiandosi)

MACHMUT: (Resistere chi puote? ah, non ho il cuorforte).

Sorgete

TAMAS: Sperar posso il padre mio placato?

IRCANA: Sì, ti perdona il padre: meco fia solo irato

MACHMUT: Perfida! dal tuo cuore sperar se si potesse...

Ah tu sei fortunata fin nelle colpe istesse.

 


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