Carlo Goldoni
Ircana in Ispaan

ATTO SECONDO

Scena Sesta. Vajassa poi Lisca

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Scena Sesta. Vajassa poi Lisca

 

VAJASSA: Cosa mai hanno detto? oh sordità infelice!

M'arrabbio se non posso sentir quel che si dice.

LISCA: (Eccola qui la sorda che Bulganzar mi ha detto.

Forte convien parlare se intorno ha un tal difetto).

VAJASSA: (Un'altra donna è qui).

LISCA: (Vo' farle un complimento).

Madre mia, vi saluto. (forte nell’orecchio)

VAJASSA: Non strillate, ci sento.

LISCA: Scusate, mi hanno detto che poco ci sentite

Perciò parlaiforte.

VAJASSA: Come? che cosa dite?

LISCA: D'aver parlato forte io vi dicea il perché.

Scusatemi, vi prego, se non è vero.

VAJASSA: Che?

LISCA: (È sorda, e non vuol esserlo). Ci parlerem dappoi. (forte)

VAJASSA: Ci parlerem, v'ho inteso, quando vorrete voi.

LISCA: Vi riverisco intanto.

VAJASSA: Che cosa?

LISCA: Riverente.

VAJASSA: Voi avete una voce che non capisco niente.

LISCA: Dico che vi saluto. (forte)

VAJASSA: E sol per salutarmi,

Bisogno c'era dunque di tanto incomodarmi?

Anche nelle parole io voglio economia.

Quando che si saluta, s'inchina, e si va via.

LISCA: (s’inchina) (Mi fa crepar di ridere la vecchia sgangherata). (parte)

 

 


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