Carlo Goldoni
Ircana in Ispaan

ATTO TERZO

Scena Terza. Osmano e Soldati

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Scena Terza. Osmano e Soldati

 

OSMANO: Pensa all'onore? e bene, l'onore or mi consiglia

Ch'io vendichi i miei torti, ch'io vendichi la figlia

Contro del Trace in campo vado a pugnar pel Re;

Contro un nemico in Persia venni a pugnar per me.

per l'onor combattere del mio signor degg'io;

Combattere la destra qui dee per l'onor mio.

Se il sangue dalle vene sparsi pel mio sovrano,

Il Re sia più sollecito pel sangue di un Osmano;

lagnisi di me, se in lui fidando poco,

Qua scelsi a mio talento tempo, vendetta e loco.

Assalgansi le porte, assalgansi le mura. (ai soldati)

Salma non sia dentro dal mio furor sicura.

Chi si oppone, si uccida; sia dalle spade oppressa,

Se all'ira mia contrasta, sino la figlia istessa.

(i soldati si muovono verso la casa di Machmut, e vedesi aprir la porta)

UN SOLDATO: Signor, s'apron le porte.

OSMANO: Dall'insultar cessate;

Pietà lor non si nieghi, se chiedonmi pietate.

Venga Tamas pentito; Fatima venga unita.

Sia soddisfatto il padre, lor si dia pace e vita.

 


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