Carlo Goldoni
Ircana in Ispaan

ATTO TERZO

Scena Quarta. Tamas, Alì, Soldati sulla porta, e detti

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Scena Quarta. Tamas, Alì, Soldati sulla porta, e detti

 

TAMAS: Qui v'arrestate, amici, fino che l'uopo il chiede. (ai suoi soldati)

Cessa gl'insulti Osmano; volgasi ad esso il piede.

Seguimi; non temere l'uom valoroso e forte. (ad Alì)

ALÌ: Teco fui fido in vita; tal sarò teco in morte.

OSMANO: Olà; pria d'avanzarvi, franchi parlate, e dite

Se amici, o se nemici, perfidi, a me venite.

TAMAS: Par che alla pace aspiri, non che a pugnar sen vada,

Chi tien contro un armato nel fodero la spada.

E trattenendo il passo al stuol che armato vedi, (accennando ai suoi soldati)

Amici, e non nemici, è forza che noi credi.

ALÌ: Con quel rispetto in seno, con quell'amore istesso

Che ti raggiunsi al campo, vengoti innanzi adesso.

Se la pietà m'indusse stringere al seno mio...

OSMANO: Fatima di chi è sposa? questo saper vogl'io.

TAMAS: So che ti offesi, Osmano, so che in tuo cuor reo sono;

Il mio rossor mi porta a chiederti perdono.

Scusa l'amor protervo che consigliommi altero,

Scusa il mio cuor sedotto da un ciglio lusinghiero.

So che a tua figlia un torto feci incostante, ardito:

Son di mia debolezza, son del mio error pentito.

Vuoi di più? non ti basta, anima generosa,

Ch'umil perdon ti chieda?

OSMANO: Fatima di chi è sposa?

ALÌ: Tu mi parlasti al campo con tal disprezzo, Osmano,

Qual fossi al mondo nato da genitor villano.

Non vanta la mia stirpe l'onor de' semidei,

Ma colla plebe abietta me calpestar non dei.

Tamas ha più tesori, mercé fortuna ed arte;

Mi fece il padre suo di sue ricchezze a parte.

Figlio son di tal padre che noto è al regal soglio...

OSMANO: Fatima di chi è sposa? questo saper io voglio.

TAMAS: Fatima (ti consola), Fatima è già contenta;

Dubbio non v'è che il padre a sospirar lei senta.

Gode tranquillo stato se tu la lasci in pace

Del suo destino è paga, lieta sen vive, e tace.

 


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