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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Sala di Machmut con varie porte e con vari guanciali per sedere.
VAJASSA: Figlie, vi amerò sempre, sempre vi vorrò bene;
Ma a me portar rispetto ed obbedir conviene.
Soprattutto mi preme saper con verità
Tutto quel che si parla, tutto quel che si fa.
Talor quando il scirocco a inumidir ci viene,
Per dir la verità, ci sento poco bene;
Ma se il Caucaso freddo ci manda il vento asciutto,
Si scioglie la flussione, e sento quasi tutto.
LISCA: Oggi che borea spira, ci sentirete.
VAJASSA: Che?
ZAMA: Sorda è sempre ad un modo. (ad Ibraima)
IBRAIMA: Pare così anche a me.(a Zama)
VAJASSA: Voglio saper di ognuna prima di tutto il nome,
Quando comprate foste, donde veniste, e come;
E più dell'altre schiave conoscere mi preme
Due che son qui venute ad ingiuriarmi insieme.
IBRAIMA: Ibraima è il mio nome, tartara di nazione
Saran due anni ormai che mi comprò il padrone.
VAJASSA: Quando saprò chi siete, saprò anch'io regolarmi.
IBRAIMA: Se parlo, e non mi sente, è vano il faticarmi.
VAJASSA: Non credo di domandar gran cosa.
ZAMA: Ma il mio destin crudele...
VAJASSA: Son donna di buon cuore;
Anch'io son stata giovine, e so cos'è l'amore.
Saprò qualche cosetta facilitare anch'io:
Lisca mi chiamo; in Persia venni, non so dir come.
VAJASSA: Via, ditemi, ragazze, la vostra patria e il nome.
Da noi la patria e il nome?(forte)
VAJASSA: Eh sì, sì, vi ho capito.
(Di lor poco mi preme). Da voi vogl'io sapere
Chi son quell'altre due che sembrano più altere.
LISCA: Una è Fatima e l'altra è Ircana l'orgogliosa.
L'una è sposa d'Alì, l'altra è di Tamas sposa.
VAJASSA: Una si chiama? (ponendosi la canna all’orecchio)
LISCA: Fatima.(forte nella canna)
VAJASSA: Bene: quell'altra? (come sopra)
IBRAIMA: Non basta ad informarla né anche una settimana. (a Zama)
VAJASSA: Sono schiave? ? (come sopra)
LISCA: No, spose. ? (come sopra)
VAJASSA: Spose entrambe? Di chi? ? (come sopra)
LISCA: L'una è sposa di Tamas, l'altra è sposa d'Alì. (come sopra)
VAJASSA: Tamas di chi è consorte? ? (come sopra)
LISCA: Fatima avea sposata; (come sopra)
Ma vi dirò poi dopo la cosa come è andata.
Ho inteso, sarà dunque sposo d'Ircana Alì.
Tamas sposo di Fatima, d'Ircana Alì è marito.
Non me lo scordo più.
ZAMA: Brava! ha bene capito. (con ironia)
VAJASSA: Ritiratevi, o figlie, a lavorare un poco;
Poi tornerete unite al passatempo, al gioco.
Sarò con voi discreta più assai che non pensate;
Ma far quel che conviene prima si deve: andate.
ZAMA: Andiam, che ormai crepare dal ridere mi sento:
Non vi è di questa vecchia miglior divertimento. (ad Ibraima e parte)
IBRAIMA: A lei quel che si vuole può dirsi impunemente:
IBRAIMA: Oh niente, niente.(parte)
VAJASSA: D'una madre amorosa il ciel vi ha provveduto.(a Lisca)
LISCA: Che ti venga il malanno.
LISCA: Vi saluto.(forte e parte)