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VAJASSA: Signor, chiedo una grazia.
MACHMUT: Tutto ti sia concesso.
VAJASSA: Ditemi quel che avete parlato infino adesso:
MACHMUT: Non intendesti?
VAJASSA: Che?
MACHMUT: Sovverchio è il tuo difetto.
MACHMUT: Domani vattene dal mio tetto.
VAJASSA: Ho capito. Il congresso si è fatto in grazia mia:
Non me n'importa niente, domani anderò via.
Se altri servir non posso, sorda qual son così,
Andrò a servir i muti in corte del Soffì. (parte)
MACHMUT: Ecco il Bey: mi aspetto sia nella grazia offerta
Dal vel della clemenza l'avidità coperta.
Alzar tutti dobbiamo, usar dobbiam rispetto
A chi del signor nostro porta il gran nome in petto. (si alzano)