Carlo Goldoni
Ircana in Julfa

ATTO PRIMO

Scena Seconda. Demetrio, Zaguro, Carico con altri Mercanti armeni

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Scena Seconda. Demetrio, Zaguro, Carico con altri Mercanti armeni

 

DEMETRIO: Ite, compagni, amici, pria che sia il avanzato,

Della città vicina solleciti al mercato.

Benché per noi festivo sia questo , forzati

Andar siam dal Persiano ai pubblici mercati.

Altra per mantenerci via non abbiam che questa;

offendonsi le leggi, se la ragione è onesta.

Di cuoia e di sagrini facciasi acquisto; e sete

Comprinsi per l'Europa, quante comprar potete.

Nella caravanzera si pongano in sicuro.

Io resto qui. Tu puoi meco restar, Zaguro.

Sogliono i pecorai passar per questo loco.

Capre, castori, armenti puonsi comprar per poco.

Divisi in varie parti tentiam la nostra sorte:

Voi in Ispaan mercate, noi di Julfa alle porte.

CARICO: Andiam, pria che d'Europa i scaltri compratori

Scelgano delle merci i generi migliori.

Quel che fa noi Armeni che dal Persian si estimi,

È l'attenzion che si usa d'esser mai sempre i primi.

E pochi son coloro che altrui vendan derrate,

Pria che da noi non sieno o compre, o mercatate.

ZAGURO: Schiavi e schiave comprate per la Turchia.

CARICO: Già siamo

Pratici ancora in questo. Ne compreremo. Andiamo. (parte con gli Armeni

 


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