Carlo Goldoni
Ircana in Julfa

ATTO TERZO

Scena Decima. Demetrio, poi Zulmira

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Scena Decima. Demetrio, poi Zulmira

 

DEMETRIO Non è in periglio, è vero, di Demetrio l'onore;

Ma reo ne' suoi desiri è di Zulmira il cuore.

Io però vo' punirla; voglio sgridarla io solo;

Che altra lingua lo faccia, non voglio in questo suolo.

Quelli che uniti vivono sotto un medesmo tetto,

Del padrone alla sposa non perdano il rispetto.

ZULMIRA Eccolo il buon consorte, eccolo il saggio, il bravo

Capo di sua famiglia, che comperò uno schiavo.

Amar schiavo comprato lodasi il buon padrone.

Ircano è schiavo tale che può destar passione.

Barbaro, donna occulta alla consorte in faccia

Guidasi con inganno, e si vorrà ch'io taccia?

No, che tacer non voglio: scoperto ho il vostro zelo;

Copre un amor indegno della pietade il velo.

giova dir: m'è ignoto che donna fosse; ingrato!

Tutto Zaguro istesso mi ha l'arcano svelato.

Compra faceste a gara della impudica indegna

Ecco quel che alla moglie saggio marito insegna.

Sposa men di me saggia aver meritereste,

Che voglie avesse in seno men discrete ed oneste

Ma son chi sono alfine, di me non v'è periglio;

Ma la perfida tresca seguir non vi consiglio.

Vada costei lontana, cagion d'una giust'ira;

Amate una consorte, che sol per voi sospira;

Una consorte, alfine, che barbaro oltraggiate,

E che, vel dico in faccia, d'aver non meritate.

DEMETRIO Arde la sposa mia di sdegno, e so perché.

Vi sfogaste, Zulmira. Tocca parlare a me

Donna condurvi occulta è un attentato ardito.

Colpa è ingannar la moglie di barbaro marito.

Ma se la moglie audace crede allo schiavo, e l'ama,

Rispondimi, Zulmira, di': qual colpa si chiama?

Non mi nascondo, è vero, donna comprai mentita

Sotto spoglie virili; fu la mia colpa ardita.

E tu, che lo credesti uomo non apparente,

E per uomo l'amasti, sei tu donna innocente?

Sì, che a pietà mi mosse donna che il fato insulta.

La verità è una sola, né sarà sempre occulta.

Vedrai del zelo mio, vedrai le mire un ;

Tu non puoi di te stessa meco vantar così.

Perfido a me dicesti? Perfida a te ridico;

Con più rossore il vedo, con più ragione il dico.

Vattene da me lungi, all'error tuo ripara;

E da colei che insulti, ad esser saggia impara. (parte)

 


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